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A volte basta poco: due persone, una (Dario Bertolotti) alla batteria e alla voce, l’altra (Giovanni Battagliola) alle tastiere e alla voce. Poca gente, tante idee e tutte buone: in questo Ep autoprodotto, che segna l’esordio del talentuoso duo bresciano, ci sono quattro centri su quattro e un orsetto al luna park come premio sarebbe poco. La loro (breve ma significativa) storia gira già da un po’ per i blog della rete: tempo fa decisero di mandare un loro demo alla celebre etichetta di Washington Dc, la Dischord Records, la quale gentilmente declinò l’offerta (per ovvi motivi visto che è solita produrre solo gruppi della capitale statunitense) non senza elogiare il gruppo, tutto ciò tramite una bella cartolina che ora è in copertina di questo ‘Spend The Night On The Floor’. Cassa dritta e pedalare: un lavoro breve ma intenso e pieno di groove e di melodia, ma non banale, non allegrotto-scontato-ballabile. No, i Don Turbolento nascondono un lato ombroso assai fascinoso (in Snapshot e Medicine), debitori di inlfuenze sì anni ’80: qui c’è un frullato di Wire, i New Order e i Depeche Mode miscelati in un incubo fugaziano. Sanno essere incredibilmente trascinanti e il loro electropowerpostpunk è vero, sincero e diretto, assolutamente non piacione o stucchevole come tanti progettini simili (ma non uguali, badate bene) che di questi tempi danno da parlare ai giovani. Tamarri ma con stile: ne risentiremo parlare, molto molto presto, ne sono sicuro.