Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
La grandezza di un lavoro come quello dei Battles sta nel fatto che puoi cominciare a parlarne già dalla confezione, al di là del fatto che tu il disco l’abbia o meno effettivamente ascoltato. Vedi i nomi coinvolti nel progetto – Ian Williams (Don Caballero e Stormandstress), John Stainer (Helmet, Tomahawk), Tyondaj Braxton e Dave Konopka – e già cominci ad immaginarti una sorta di math rock proiettato verso l’infinito. Poi però: in copertina campeggia una metastanza che non fa altro che riflettere all’infinito la strumentazione contenuta all’interno; nel booklet la stessa immagine, scattata da una diversa angolazione; all’interno ancora la stessa immagine; nel retro i titoli sono stampati in modo da roteare (se voi foste così pazzi da farlo ogni volta) il vertice sinistro del contenitore per non trovarli ogni volta sballati rispetto a come guardate la copertina. ‘Mirrored’ come buffo gioco di specchi, dunque, sin dal suo stesso essere (titolo e oggetto), ancor prima della musica (che già vi si rispecchia a partire dal nome: Primism) e successivamente nella stessa. Ma il punto è un altro: a chi importano i riferimenti musicali del disco (nel caso Gentle Giant, Zappa, King Crimson, Yes e tanto ninenties)? Tutte cose che interesserebbero nerd musicali all’ultimo stadio: di fatto sono gli intrecci, l’uso ritmico di ogni strumento e la batteria metronomica di Stainer a sorreggere l’intera percezione del lavoro, che alla lunga si svela per quello che è: un disco (math?prog?)rock CONTEMPORANEO che stupisce perché non cita ma ri-crea a suo modo, non sempre a fuoco, e ammette tutte le sue influenze smantellandole una e una finché quello che resta è appunto il ritmo (alla maniera del tanto blasonato ‘Standard’ dei Tortoise). Rendere la complessità e un suono dannatamente ostico uno specchio per le allodole, giocare e nascondere tutto. Alle orecchie solo l’essenziale, il divertimento, il ballo, anche l’artificiosità: il pop. Com’era? La più grande provocazione dell’avanguardia è far credere che sia alla portata di tutti.