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Finalmente si è avverato uno dei miei sogni mostruosamente proibiti: sentire la voce di Antony impiegata al massimo in quello che personalmente io ho sempre ritenuto essere il suo habitat naturale, ovvero la musica dance. Troppa grazia però, visto che un pezzo come Blind è uno di quei capolavori che vengono scritti ogni vent’anni. Roba da piangere di felicità mentre la ascolti, roba che ti obbliga a muoverti e che è capace di donarti immediatamente il sorriso e spingerti ad ascoltarla e riascoltarla in loop, senza paura di stancarti. Tutto ciò che la dance music ha da essere, insomma.
La cifra stilistica dell’omonimo disco di Hercules and Love Affair sta proprio tutta in Blind: sei minuti di disco music da anni ruggenti, un groove che sembra Moroder in botta di Mdma, sezione ritmica killer con tanto di congas d’ordinanza, Arthur Russell che sorride in segno di approvazione ed Antony a donare pathos al tutto, come una dolcissima ciliegina su una mastodontica torta alla panna. Un capolavoro che oltretutto le radio commerciali passano spesso, segno che non tutto quello che passa in radio è pura spazzatura.
Ma il resto del disco (per la cronaca: un progetto a cura del dj e producer newyorchese Andy Butler con la supervisione di Tim Goldsworthy, Antony purtroppo non è la voce principale in tutti i brani ma gli altri vocalist impiegati non lo fanno di certo rimpiangere) non è da meno: Time Will è roba degna dei migliori Moloko, Hercules Theme è un piccolo bignami su cos’era e su cosa sarà per sempre lo Studio 54, You Belong sono gli indimenticabili Inner City (quelli dei superclassici Good Life e Big Fun, per intenderci) teletrasportati nel 2008, Raise Me Up è la pista di una discoteca alle cinque del mattino, il locale sta per chiudere ma tutti sono lì ancora con le braccia alzate, a muoversi per colpa di un groove implacabile e di un basso slap. Disco fratellanza senza (troppa) fattanza.
In definitiva, ‘Hercules and Love Affair’ altro non è che un bellissimo tributo agli anni della disco music e della prima house, confezionato con competenza, passione, personalità e fantasia. Un tributo che finalmente rende piena giustizia ad anni favolosi ed irripetibili, per troppo tempo considerati anni figli di un Dio minore da gran parte della critica musicale. La dance è invece un genere che ha una sua piena dignità e che ha ancora tanto da dire, ed ‘Hercules and Love Affair’ sta lì a testimoniarlo ancora una volta. Un gigante dal cuore tenero, alla faccia degli snob.