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Più ascolto ‘Oracular Spectacular’ degli MGMT e più mi rendo conto che non sto ascoltando un disco qualunque, ma che sono di fronte a qualcosa di veramente speciale, quasi miracoloso.
Ecco, la parola giusta per definire un disco come questo è “miracolo”. Il miracolo di riuscire in un colpo solo a suonare come i Mercury Rev in down da ecstasy, come una versione molto più indie e psicotropa degli Scissor Sisters, come i Flaming Lips in un’assurda jam con i Klaxons. Come qualcosa di terribilmente vero e personale, qualcosa che hai sempre cercato ma non hai mai trovato perché finora nessuno aveva avuto il coraggio (e la furbizia) di realizzare.
Un disco da ascoltare tutto d’un fiato, riascoltare e riascoltare ancora, senza correre il rischio di stancarsi. Un attimo gli MGMT piazzano lo stacco più geniale del secolo e l’attimo dopo infilano una soluzione sonora ultra-kitsch, come fosse la cosa più normale di questo mondo. Forse devono molto alla produzione di Dave Fridmann, ma sono comunque una band che fa la sua cosa senza alcun timore di scandalizzare l’ascoltatore o che, al contrario, forse cerca in tutti i modi di scandalizzarlo, ben consapevole della scarsa apertura mentale che sovente caratterizza la scena indie. E non è cosa da poco.
Time to Pretend con le sue perfette armonie vocali e la sua atmosfera sognante, The Youth e Kids due inni che sembrano composti appositamente per costringere il pubblico al singalong, Pieces of What talmente bella che finisce addirittura per ricordarmi i troppo sottovalutati Sleepy Jackson, Electric Feel che oserei dire pronta per essere suonata nelle discoteche di Marte – se solo fossi pienamente sicuro dell’esistenza di discoteche su Marte.
In poche parole ‘Oracular Spectacular’ è un disco perfetto. Potrei anche aggiungere che potenzialmente è disco dell’anno per i prossimi due anni, ma forse esagero come al solito. Resta il fatto che gli MGMT sono una band con parecchia sostanza, e per questa volta l’hype è ben più che giustificato.