Lascio perdere la classifica definitiva del tipo "i dieci dischi da isola deserta", che poi sarebbero quelli degli artisti che mi hanno formato (Joy Division, Stooges, Sonic Youth, Lou Reed, Can, Neil Young, Bob Dylan, Rolling Stones), ma che ascolto oramai sporadicamente e passo a quello che sto ascoltando davvero in questo periodo:
Marc Ribot Y Los Cubanos Postizos (omonimo) – Il mio chitarrista preferito! Mi piace moltissimo il suono e l’umore di questo disco.
Santogold (omonimo) – Mi piacciono certi album che sono lievi senza essere banali e, come dj, sono grato a chi riesce a fare dischi dance che abbiano anche altri livelli di lettura. Santi ha una voce che fa star bene e Switch, già produttore del sontuoso "Kala" di M.I.A., è un genio del mixer. La perfetta popular music per il 2008.
Portishead: Third – Un capolavoro assoluto. Il loro disco migliore, per uno, come me, innamorato del kraut rock, del post punk e dei Silver Apples. Il tipo di disco che, purtroppo, in Italia non si potrà mai fare: estremo e, allo stesso tempo, di massa.
Breeders: Mountain battles – Sono un fan delle sorelle Deal e l’impasto delle loro voci è celestiale per le mie orecchie. Ho sempre considerato le Breeders una band migliore dei Pixies e "Last Splash" uno dei dischi più belli degli anni novanta.
Miles Davis: In concerto a Pescara Jazz 16/07/1973 (bootleg) – Ho messo per caso "Pescara" nel search di Soulseek ed è saltata fuori questa cosa. Mi è preso un colpo! Va detto che considero quello che Miles Davis ha fatto nel periodo elettrico, dal ’69 al ’73, la più grande musica che ci sia mai stata. Non più jazz, ma "musica totale" o, come dice l’emozionata presentatrice, "la musica, ora". La formazione è la stessa che quello stesso anno registra "Calypso Freelimo" (da "Get up with it"), quindi c’è Pete Cosey alla chitarra, un altro dei miei preferiti. Inizio un po’ nervoso, e Miles che stranamente attacca subito, ma quando la band decolla non esiste più niente.
Nick Cave and The Bad seeds: Dig!!! Lazarus, dig!!! – Sono un fan di Blixa, ma Warren Ellis è stato un innesto fantastico per il suono dei Bad Seed. Un gigante ed uno dei migliori dischi di Nick Cave.
Vinicio Capossela: Nel niente sotto il sole – Vinicio è il mio artista italiano preferito. Grandissimo e sempre sorprendente sia come autore di testi che come musicista. In questo live (che era anche fra i dischi migliori di Mojo per il 2007) non c’è Marc Ribot, la cui chitarra è da molti anni una delle caratteristiche del suono del Capossela da studio di registrazione e al suo posto c’è Alessandro Stefana, che è ottimo e purtroppo molto sottovalutato. Consiglio anche il suo bel disco (suo di Stefana) "Poste e Telegrafi".
Nels Cline Singers: Instrumentals – L’ho scoperto quando è entrato a far parte di Wilco, cioè dal live "Kicking Television". Musicista geniale e originale, a suo agio tanto nel jazz quanto nell’impro spinta e tendente al noise. Collabora anche con Thurston Moore.
Earth: The Bees Mad Honey In The Lion Skull – Questo è un altro disco che si sarebbe potuto chiamare "Il fiore dell’agave". Il suono chitarristico che evoca il deserto, da Morricone in poi, ha sempre avuto una grandissima presa su di me e questa è la sua versione più moderna.
Tom Waits: Real Gone – E’ considerato uno dei dischi minori di Tom Waits, notoriamente "quello senza pianoforte". Forse anche per questo è uno dei miei preferiti, perché è quello nel quale la chitarra di Marc Ribot ha più spazio.