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Non è semplice spiegare con le parole quelle che sono le mie sensazioni ascoltando l’esordio dei campani Il cielo di Bagdad: il fatto è che si tratta di un disco di canzoni piacevoli imprigionate in un enorme problema.
Basta un ascolto di ‘Export For Malinconique’ per capire che l’ispirazione principale di questo trio sono i primi album dei Sigur Ros, tanto che alcune volte nelle composizioni ci sono parti che vanno ben oltre l’influenza o la citazione. Prendendo ad esempio First light of morning abbiamo in pratica un medley di cover del gruppo islandese (la batteria iniziale suona uguale uguale a quella di Glosoli, per non parlare di piano e chitarra). In questo brano spunta fuori anche un altro difetto di questo disco: gli archi hanno un suono sintetico che va a diminuire abbondantemente il calore del pezzo.
A rendere problematica la recensione di questo disco è il fatto che nonostante questi difetti non da poco, le canzoni di questi ragazzi si lasciano ascoltare con piacere, principalmente grazie a ottimi spunti nella composizione delle melodie e a una buona versatilità delle atmosfere dell’album.
In definitiva ‘Export For Malinconique’ è un buon ascolto, permette di conoscere un gruppo con buone idee che per ora restano ingabbiate in canzoni troppo legate alle influenze della band, particolarmente dal punto di vista sonoro.