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Ray LaMontagne, diciamolo subito, ha una voce fantastica: quando hai una dote del genere puoi anche prendere alla leggera tutto il resto, nella sicurezza che in pochi ci faranno caso. Ma i suoi primi due album ci hanno già mostrato che questa non è sicuramente la sua volontà e ora si vedono i frutti dell’impegno.
‘Gossip In The Grain’ è un disco molto bello, che ha il merito di non risultare monotono (il rischio c’è sempre, quando ci si muove nell’ambiente folk/cantautorale) grazie ad arrangiamenti fantasiosi e di pregevole fattura come gli ottoni, abbastanza inaspettati, che colorano il primo brano. Sarah, che cita il Bob Dylan più tranquillo, è invece avvolta da morbidi archi scelti ad arte e ci mostra come le capacità compositive del ragazzo (lo si è ancora a 34 anni, vero?) americano siano in costante miglioramento. Le atmosfere eteree della ritmata I Still Care For You ci portano verso Winter Bird, per sola chitarra e voce; pur essendo la più lunga del disco, è così bella e personale da non annoiare mai. La prima metà di questo lavoro delizia l’ascoltatore, ma il consueto calo di tensione (tipico di moltissime produzioni moderne) non sembra arrivare. Ray, infatti, trova anche il tempo di divertirsi con il rilassato country di Hey Me, Hey Mama (con tanto di banjo, coro e pennellate di trombone tipici del genere). Vivaci atmosfere blues si fanno strada in Henry Nearly Killed Me prima che sia il turno della dolce e meravigliosa A Falling Through e della tranquilla title track finale.
E’ in questo momento che ci si rende conto di come gli ultimi tre quarti d’ora siano passati in fretta. Quando capita, lo sappiamo, è perché abbiamo appena ascoltato un bel disco. Inutile girarci attorno: questo è il miglior lavoro di un artista che, pur essendo all’apice della sua creatività, sembra avere ancora molto da offrire. E noi non vediamo l’ora.