Afterhours – Germi

Germi ha il sapore dolce e acre di una scopata. È come il gusto umido di una voglia trascendentale che si “gode” ascolto dopo ascolto, brano dopo brano. È un mistero pagano che scava ogni orefizio fino all’altezza esatta del piacere. È uno sperma musicale pronto ad esplodere nella carnalità sonora di una selvaggia chitarra elettrica. Va su è giù dai genitali alle vertebre attraverso il caos di un “cut-up” straniante e perverso. In una sapiente miscela di ironia e dolcezza, violenza e malinconia, vibrazioni elettriche e acustiche, scarne e livide, si respirano folate orgiastiche e sensuali. Il liquido sonoro fotte anima e corpo. Succhia insaziabili deisderi fino a farti venire.

Questa danza erotica, questo kamasutra musicale ha il suo preludio dionisiaco in Nadir, pezzo strumentale dalle corrosive chitarre distorte. Una ouvertuore di carne fremente e vogliosa che langue in attesa dell’amplesso. Le anche, poi, cominciano a muoversi e nella caustica Germi, il ritmo si fa ossessivo, il sesso è osceno e invasato. Il rock è pronto ad “inoculare” una schiuma di note. I toni si rilassano, il corpo si disperde nel “seme nero e lento” di Plastilina. Cola sudore, stillano voluttà represse. Anche l’animo si infiamma e l’eros diventa assoluto in Dentro Marlyn. Adagiato sulle chitarre e su una melodia semplice ed espressiva, il pezzo rimane imprigionato tra una radioattiva bramosia carnale e una passione da togliere il respiro. Il guscio spermicida si riapre e sprigiona la follia peccaminosa di Siete proprio dei pulcini. Un brano dai risvolti punk in cui Agnelli canta con ironia e cinismo lo sdegno  nei confronti dei “pulcini” contemporanei. Nell’incapacità di esprimersi si geme di piacere scopando via la morte. Si continua con il duetto ironico tra voce e chitarra del Giovane Coglione. Una pausa e l’odore di  Ossigeno si espande. È un dentro e fuori, un salire e scendere, un infettarsi di liquidi seminali fino a “chiavare la mente”. La breve introduzione strumentale Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo mantiene viva la spinta sessuale che sgorga, come dopo un pompino ben fatto, in Strategie. Nella melodia pop-rock, sovraincisa dal solo cantante su un rudimentale 4 piste, si percepisce un dissoluto appetito che appaga paradisi di sconcezze tra “fiori urlanti” e “insetti malvagi”. Il motivo rabbioso di Vieni Dentro pare celare segreti masturbatori; mentre Posso avere il tuo deserto si dipana tra una abitudinaria razionalità e uno sfrenato languore erotico. Pop (una canzone pop) è tormentosa, riflessiva e travolgente come i pensieri che affollano la mente tra le spoglie di un letto disfatto. Anche la versione rock, tutta chitarre elettriche, di Mio fratello è figlio unico ha un qualcosa di proibito. Il pezzo strumentale finale, dal titolo fortemente evocativo, Porno quando non sei intorno è una ballata acustica dalla chitarra dolce e in alcuni punti leggermente graffiante. Consumato il rapporto non rimane che sfiorarsi e poi lentamente stringersi in cerca di calore.

48:22 minuti di “coito in-interroto”. E così, sfiniti dalla lussuria, talmente prosciugati da non riuscire più a muoverci, ci godiamo l’orgasmo dei sensi.