Little Dragon – Ritual Union

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26 Luglio 2011 Peacefrog Little-Dragon.se

Ritual Union

Negli ultimi anni degli anni zero l’intuito di parecchia critica musicale ha puntato verso l’elettronica al momento di individuare il suolo musicale che farà da testimone nel passaggio alla nuova decade.

La composizione digitale a base si campionamenti e sequencing è riuscita ad assorbire ottimamente l’atteggiamento indipendente ed è velocemente diventata il bacino degli sfoghi solipsistici (e non) di una miriade di hipster da club.

I Little Dragon sono la frontiera synthpop del nordeuropa. Associandoli a Royksopp e Architecture in Helsinki gli si farebbe un torto.

Le piste minimali sulle quali scorrono i loop sono prosciugate dal pleonastico, e la profondità del suono è donata solo dalla compostezza degli arrangiamenti.

Pezzi rigidi che smerciano piccole impennate emotive solo in innesti di tastiere reminiscenti Aphex Twin.

Il singolo, nonché title-track ed open-track, è un pezzo fenomenale nella sua aggressione pop. Ritual Union è soul sparato su un beat che procede sciolto come una slitta trainata da renne piene di vodka e redbull.

L’insieme dei brani è assemblato ad hoc per non far abbassare la tensione, un viandante che balla distinto tra Yeasayer e Cut Copy. Pattern ed effettistica eighties imperano delicatamente come il revival di gruppi come Gayngs, con strutture elaborate sul criterio del dosaggio emozionale, senza la tendenza a complicare dei These New Puritans.

Un gruppo su cui c’è da scommettere nel live, nonostante l’assenza di impatto analogico e l’uso massiccio di samples già sentiti un migliaio di volte.