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18 settembre 2011 | Cargo Records | winnebagodeal.com |
Euroboy ha sconfitto il cancro, bene. Ma i Turbonegro ora sono in balia di un frontman che di incline al ruolo possiede solo la stazza, e chissà se Hans Erik Dyvik Husby prenderà mai in esame di tornare a farsi di eroina con i Turbonegro. I Gluecifer si fanno chiamare Bloodlights ma sono senza Malibù, quindi totalmente inefficaci. Gli Hellacopters causa chitarrista pazzo (per le droghe) si sono dovuti sciogliere, ed i Mondo Generator hanno appena fatto uscire un disco acustico.
In questo panorama desolante per l’amante dell’ hard-punk, emergono le seconde linee. Per la serie al momento giusto, ma col disco giusto. Career suicide è il disco che dovresti aspettarti dai Winnebago Deal da sempre, con quel cianciare euforico che echeggia da anni sul loro fantomatico incrocio “Turbonegro-Mondo Generator” che personalmente non ho trovato mai convincente, mai a fuoco.
Il centro però arriva col tempo, ed è pienissimo.
“Heart attack in my head“ è il trivellare di colpi, il ticchettìo delle munizioni sull’ asfalto. Il segnale chiaro che il fuoco è aperto, arriva quando gli Hellacopters di Supershitty to the max sembrano voler far capolino ad ogni martellata impietosa di Ben Thomas, aprendo una vera voragine per l’ingresso del mister Olivieri che fù. Nick, sia chiaro non è presente in questo disco, troppo intento a suonare ninna nanne Ramonesiane, ma anche in “Tokio rip” c’è il suo fantasma, la sua presenza, l’esempio-canzone che avremmo voluto sentire dagli ultimi Generator e non abbiamo sentito. Con “I want your blood” l’atmosfera si tinge di death-punk Norvegese, suono secco e cupo a cavallo tra Retox e Ass cobra ma personalizzato dai vocalizzi di Perrier.
“Ain’t no salvation” poi sembra una traccia disgraziatamente scartata da Death Alley degli Zeke.
Con le citazioni che avete letto fin ora non vi sarà difficile comprendere quanto questo lavoro,sia un piccolo gioiello di genere e di come l’incrocio di cui sopra sia pienamente riuscito, questa volta.