Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
30 Gennaio 2012 | DFA | the2bears.co.uk |
2 Bears non è solo il nomignolo simpatico di una band; per i due componenti è un vero e proprio status, sia fisico (basta vederli nella loro interezza per essere d’accordo) che ideale, tanto che i due non lesinano apparizioni su photobook e videoclip in costume da orso; sarebbe un maggior segno di dedizione alla causa apparire in questi panni anche nelle esibizioni live, ma vista la vena molto goliardica e autoironica di questo duo potremmo avere soddisfazione anche su questo fronte in futuro.
I due orsi in questione sono inglesi e rispondono ai nomi di Joe Goddard, già attivo negli Hot Chip, nonchè immanicato nel collettivo/label Greco-Roman, e Raf Rundell, noto nell’ambiente come Raf Daddy DJ. Come è lecito aspettarsi questo loro lavoro deve molto alla passione e alla quasi totale immersione nell’ambiente clubbettaro dei due componenti: l’estetica sonora che prevale è quella house, ma l’esperienza dei due orsotti si fa sentire, per fortuna loro – e nostra – in positivo, sia nei pezzi più dance, arrangiati con notevole maestria, che nell’alternanza dei brani dell’album.
Altro punto a favore di questo Be Strong infatti è la presenza di pezzi non direttamente riconducibili allo stile di cui sopra, che potrebbero essere genericamente etichettabili come pop con un attitudine o con elementi dance: uno di questi è l’introduttivo The birds & the bees, che di dance ha solo il ritmo in cassa dritta, ma leggermente rallentato rispetto ai “dettami” della disco: si potrebbe quasi dire che sia il risultato dell’incontro tra la pop-psichedelia britannica anni 60 e la disco del decennio successivo. Più avanti, dopo il trittico decisamente dancehall della title-track Be strong, Bear Hug e Work, in cui i due orsi offrono anche una buona prova vocale sostenuti da coriste R&B, troviamo Warm & Easy, nella quale ritmo e atmosfera tornano a rilassarsi. È solo una pausa tattica per tirare il fiato però, con Take a look around e la seguente Ghost & Zombies si può riprendere a ballare, e la house torna a farla da padrone. Un altro stacco segue, stavolta affidato a Time in mind, un pezzo che richiama terre tropicali, forse giamaicane, nonostante l’accento di chi canta sia decisamente cockney.
Con un’acrobatica capriola Raf e Joe ritornano in patria con Increase your faith, un brano 2step dal mood molto etereo, interamente strumentale; per non forzare troppo la mano i due si mantengono su questo stile anche nella successiva Heart of the congos, in cui i vocal tornano insieme a qualche ombreggiatura di jazz e qualche voce filtrata, che, nonostante quello che potrebbe far pensare questa sommaria descrizione, nell’insieme regge molto degnamente. Come già detto i due orsi amano davvero tanto la house, e quindi non potevano non metterci dentro un’altra traccia influenzata da questo stile, Get together, in cui stavolta i vocal giamaicani, nonostante la temperatura un po’ più freddina del pezzo, o forse proprio per scaldarlo un po’, ci sono per davvero.
La conclusione è affidata a Church, un pezzo dal ritmo movimentato, ma dal tono abbastanza sommesso, in cui a fasi alterne fanno capolino delle sonorità hawaiane, estratte direttamente dal cilindro di questi prestigiatori da discoteca.
Come già detto i due orsi sono nel campo da tempo, e l’esperienza accumulata evidentemente gli ha permesso di sfornare un album originale: quei cambi di stile che ai primi ascolti potrebbero apparire come forzature col passare del tempo si finisce con l’apprezzarli fino a capire che sono dei colpi di genio, e che fanno fare a questo lavoro un netto salto qualitativo in più.