Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo – La scoperta dell’alba

Acquista: Voto: (da 1 a 5)

La versatilità tutta italiana pennellata di post-rock e a tratti paradossalmente lontana dalla sua stessa definizione che accompagna la band torinese dei Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo (Fabio Perugia, Max Viale e Gianluca Della Torca) cavalca una storia che lambisce il finire degli anni Novanta e abbraccia buona parte degli anni Zero. Una carriera lunga tredici anni dunque che ha inizio con la pubblicazione dei primi album del gruppo, Eponimo (meglio conosciuto come #1 o Disco Giallo) e  #2 (Disco Blu) e prosegue con la sonorizzazione del film muto Dans la Nuit di Charles Vanel per il Traffic Festival e di un capitolo del libro Manituana del collettivo Wu-Ming, per raggiungere i confini cinematografici più propriamente detti con le colonne sonore di Cosmonauta (2009), opera prima di Susanna Nicchiarelli, e di Bar Sport (2011), film ispirato al romanzo di Stefano Benni per la regia di Massimo Martelli.

Ed è proprio una colonna sonora originale, quella dell’ultimo film della Nicchiarelli, La scoperta dell’Alba (liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Walter Veltroni), a spalancare i nuovi orizzonti musicali della band, che nella pellicola interpretano anche se stessi. La colonna sonora, che oltre alle dieci tracce inedite firmate Gatto Ciliegia include anche 99 Luftballons (Nena), Video killed the radio star (The Buggles) e La scoperta dell’alba (il brano dei titoli di coda firmata dai Subsonica), ondeggia su lame compositive che alternano le cariche ritmiche delle tavolozze strumentali di chitarre e basso al gelido calore dei sintetismi elettronici su attimi evanescenti e impalpabili sospesi tra fili senza tempo e istanti dal sapore contemporaneo.

L’intangibile si fonde e si confonde col tangibile, la sobrietà degli strumenti abbraccia i synth e i campionatori,  tradizione e futuro si modellano tra loro, le partiture interamente strumentali si arricchiscono della voce di Pierluigi Ferrantini (Velvet) in Ho chiuso i miei occhi e L’imbrunire, l’etere metallico prende il sopravvento in Sabbia D’Oro, sonorità aliene si avvicendano in Babele, echi francesi cesellano le melodie de L’irréparable e una solitudine malinconica e minimale pervade L’abbandono. I Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo conservano in definitiva la loro identità, la loro personale cifra stilistica capace di evocare suggestioni e sperimentare visioni che ben si sposano alla magia stessa del cinema.

[schema type=”review” name=”Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo – La scoperta dell’alba” author=”Ida Stamile” user_review=”3″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]