Warias: Fra Tribalismo e Dark-Wave

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Dopo aver visto Matteo in azione con i Soft Moon ed aver ascoltato il  bellissimo Ep d’esordio, a firma Warias ( con Giulio Marzaro) in redazione si è sviluppata una crescente curiosità per questo duo che fonde percussioni tribali e Dark-Wave. L’intervista precede temporalmente il bellissimo live presso il Tamla di Cesena.
Buona lettura.

Nell’agosto del 2013 ricordo un bellissimo live dei Soft Moon presso l’Hana-bi di Ravenna. In quell’occasione parlando con il gentilissimo Luis Vasquez ricordo di aver scoperto per la prima volta l’esistenza di musicisti Italiani nel suo ensemble, lui ne parlava orgogliosamente. In seguito, mentre autografavate insieme il primo album omonimo dei Soft Moon non nascondo di aver provato invidia. Come nasce questa collaborazione, come hai conosciuto Luis.

Si, è stato un bel concerto, c’era una bella situazione! Ho conosciuto Luis per via telematica nella primavera del 2013 tramite un amico comune che è diventato il manager della band; in seguito al cambio di line up che Luis stava effettuando ho ricevuto un’offerta per entrare nella band per fare delle prove e nell’eventualità un tour; fatto il tour dell’estate 2013, ci siamo trovati tutti molto bene, perciò a nostra collaborazione è continuata e siamo tutt’ora qui!

Dietro al progetto “Warias” non c’è solo Matteo Salviato ma anche Giulio Marzaro, tanto per dare, se non una forma, un nome ai protagonisti di questa vicenda: si può fare una sorta di flashback fino al giorno in cui avete deciso che questo sarebbe stato il vostro progetto?

Sostanzialmente ogni progetto che io (Matteo) ho ideato e deciso di intraprendere è con Giulio, in generale sia io che Giulio abbiamo avuto band formate da amici e/o conoscenti.
Sono convinto che le band devono essere formate da amici o persone molto vicine tra loro, se una band deve partire da zero o comunque crescere, ha bisogno di tempo,forza di volontà e dedizione che una persona “estranea” magari non pagata non ha voglia di fare e dico anche giustamente. Io e lui suonavamo in un progetto garage/indie chiamato Dancers, ognuno si faceva i suoi esperimenti a casa con computer, sintetizzatori e drum machine, finché quando tornato dal tour (Soft Moon Europa/Asia 2013) abbiamo deciso insieme di dare vita a questo progetto.

Nel comunicato inerente al vostro Ep, viene sottolineata la vostra collaborazione all’interno di diverse Garage band in giro per l’Europa, vogliamo i nomi, le sensazioni e se possibile il Rock’n’roll.

Come dicevamo prima avevamo una band chiamata Dancers ed eravamo ben inseriti nel circuito garage italiano ed europeo, era divertente, il rock and roll è una figata, impossibile dire l’opposto;
ci sono però alcune situazioni che necessitano di un’evoluzione e credo che la nostra rientri a pieno in questo. Con Dancers abbiamo suonato ovunque in Italia ininterrottamente per più di tre anni, fatto due tour europei, usciti 4 EP in vinile etc.. Ma come detto prima le persone necessitano di un’evoluzione e purtroppo nella scena Garage l’evoluzione non è contemplata; tra l’altro essendo entrambi fonici la passione per l’audio ti porta involontariamente a varcare territori sonori differenti, anche solo per il puro piacere delle sperimentazione. E’ fantastico!

Ascoltando “Wools” il vostro recente Ep, non è difficile rendersi conto che, in aggiunta ad una Wave a tinte Dark, è stato innestato un certo tribalismo acustico: intendo Bongos e Djembe. Coma mai questa scelta e qual è il vostro rapporto con la World Music?

Ci piacciono molto le percussioni, voglio dire a chi non piacciono!? La world music è sempre stata nell’aria per quanto riguarda entrambi, forse per le mie origini non completamente italiane ho assimilato delle contaminazioni molto variegate musicalmente che mi hanno portato involontariamente ad avere occhi ed orecchie aperte per altri generi musicali.

A proposito, se non sbaglio il termine Warias in Indonesiano fa riferimento a travestiti/transessuali. E’ questo il senso o ci sono altre radici?

Ahaha si! Il nome della band ha un’origine diversa, ma è divertente, di transessuali e travestiti ne vediamo sempre vicino al nostro studio a Venezia, sono molto simpatici! Lo sapevamo, ce l’hanno detto quando il disco era bello che uscito da un paio di mesi, ma il nome ci piace e non c’è ragione di cambiarlo!
Il nome della band è venuto fuori per caso, dal suono della parola Varia, però è più bello anche graficamente con una W davanti. Teniamo molto anche all’aspetto grafico e visivo della band, è una parte fondamentale del progetto.

So che l’Ep è stato registrato con l’aiuto di Stefano Scattolin (Già al lavoro con Aucan), come l’avete conosciuto?

Stefano “Snatch” Scattolin è un nostro grande amico, avevamo lo studio di registrazione insieme (Brick Studio) con la quale abbiamo prodotto e registrato diverse band del panorama underground italiano e non. E una delle pochissime persone che conosciamo veramente preparata e competente in grado di capire e condividere le nostre idee, dentro e fuori dallo studio, ci segue anche nei live; è il terzo Warias al 100%!

Wools è stato distribuito a fine Marzo dell’anno scorso in free download su Bandcamp. Una scelta decisa che mette il pubblico prima di tutto, come avete dichiarato. Credete che sia questa la via da perseguire per emergere in un contesto oggi più che mai competitivo?

Sicuramente non si fanno grandi soldi mettendo un disco in free download, ma partendo dal presupposto che quasi la totalità degli appassionati di musica scaricano i dischi, se ti piace una band perché sbattersi con i vari Mediafire / Sharebee / New Album releases etc. quando alla fine la band ti permette di scaricare il disco dal proprio sito? Poi se uno apprezza il live vuole il formato fisico lo può avere, noi siamo sempre stati fan del formato fisico, sopratutto di quello in vinile perciò il disco “vero” c’è e ci sarà sempre.

Dicono di voi che in sede live siete strepitosi, non vedo l’ora di poterlo confermare. A tal proposito mi sorgono alla mente, visti gli inserti World che possedete, certe familiarità Virato-Wave con la band di Nico Vascellari. I Ninos Du Brasil. Siamo a quei livelli di carica? No, perché altrimenti divento il vostro roadie.

Si! Il live è un aspetto più che fondamentale di Warias, la cosa che ci colpisce davvero è che a fine concerto il pubblico presente è sempre gasatissimo ed esaltato, è una cosa che con altri progetti passati
non succedeva con questa frequenza. Teniamo molto al live e vogliamo che la gente sia davvero coinvolta ed “emozionata” dalla performance; perché è tutto a metà via tra performance e concerto; potrebbe essere questo il filo conduttore che riporta il nostro progetto ad essere accostato ai Ninos du Brasi; certo, in maniera decisamente differente, ma un piccolo legame lo vedo. I Ninos li apprezziamo molto, li conosciamo di persona e si confermano due grandi artisti fuori dal palco e sul palco.

Insomma, devo vedervi assolutamente live, avete qualche dritta da darmi su dove posso trovarvi nelle prossime date?

Certo che devi! 20/3 – Firenze, TENDER 21/3 – Roma, FANFULLA 28/3 – Torino MAGAZZINO SUL PO

Tornando ai Soft Moon, so che saranno in Italia a fine Gennaio per aprire i concerti dei Depeche Mode. Matteo, Farai parte del lotto?

Mmm si, abbiamo fatto il tour di spalla ai Depeche Mode a Febbraio 2014, ora ad aprile parte il tour Americano ed europeo della durata totale di due mesi! Viva!