Moodrama – Moodbox

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Possiamo chiamarlo Chill-Out, Trip-Hop o Post-Wave, il genere proposto dai Moodrama e immediatamente con la mente saremmo proiettati a fine anni ’90, magari in Inghilterra. Loro invece sono italianissimi e questo Moodbox è il loro secondo album. Nascono nel 2004 dall’unione di Francesco Galdieri e Simona Tortora ma per la registrazione si sono avvalsi di una vera e propria band capace di condire adeguatamente ogni creazione partorita dalle due menti principali.

Moodbox è un piccolo caleidoscopio fatto di dieci colori sicuramente catchy, che uniscono le sonorità sopra descritte con un certo bagaglio rock fatto di schitarrate e cassa dritta. Come accade in “Silver” dove la componente elettronica è sempre ben dosata e in grado di affiancare la matrice easy-listening dei brani con una certa dose di synth che strizzano l’occhio agli immortali Depeche Mode o Talk Talk (e chissà se è un caso che “Gold” ricordi i trionfi new-romantic degli Spandau Ballet) senza mai finire nella new-wave pura o nel synth-pop.

La sensazione è di trovarsi sempre in mezzo ad un’incerta ma piacevole strada con da un lato Björk, i Lamb ed i Morcheeba e dall’altro lato i Duran Duran e Bryan Ferry. Al di là di certe imperfezioni linguistiche che sarebbe bene affinare in futuro, la Tortora è davvero capace di creare interessanti armonie capaci di stamparsi immediatamente in testa. “Purple” la fischietterete tutta la giornata dopo due ascolti, così come “Pink” e i suoi virtuosi arpeggiatori quasi space-disco. Non è da meno “Red”, che richiama un mondo decisamente più electro e anni ’90. Finale quasi esplosivo con “White” e i suoi richiami alla dance contemporanea: penso ai Röyksopp, ed agli LCD Soundsystem.

Meno interessante è invece l’approccio verso il cantato italiano. La bravura dei nostri qui sta nel rigirare facilmente un’arma che poteva essere usata facilmente contro di loro; sarebbe stato facile avvicinarsi pericolosamente a dinamiche in stile MegSyria, invece la band dimostra carattere svoltando in questo contesto verso veri e propri pezzi rock, dal non facile bersaglio.
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