Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
10 marzo 2015 | L’Alienogatto Dreamingorilla Records |
edoardochiesa.net | ![]() |
LA VALIGIA DEL CANTAUTORE
Ovvero: Spunti, Schizzi, e Variazioni suggeritemi dall’ascolto del primo album di Edoardo Chiesa.
Segue una doverosa citazione tratta da “L’Alternativa“, il brano che inaugura il disco.
“L’alternativa a un qualsiasi percorso si sceglie con attenzione
E non conta l’armonia”
PRIMO INCIPIT
Questa è la storia di un ragazzo che decide di partire, che decide di lasciarsi tutto alle spalle, portando con sè solo lo stretto necessario: l’amore per la musica, qualche libro di poesie, la sua fedele chitarra, mille dischi, e un pugno di ricordi che non svaniranno mai. Destinazione? Nepal, forse Minneapolis.
È pronto. Ha già un piede fuori dalla porta. Giusto il tempo di incrociare suo padre, appena tornato da lavoro. Il momento fatidico, quello tanto atteso, è finalmente arrivato.
“Io parto, papà. Vado a fare il cantautore”
“Ma ‘n do cazzo vai?”
SECONDO INCIPIT
Questa è la storia di un ragazzo che suona bene la chitarra. La suona benissimo, a dire il vero. La suona talmente bene che i suoi tutorial su youtube spopolerebbero. Pensa un po’. Ha il tocco pulito, ma quando vuole sa anche sporcarlo. Padroneggia gli assoli melodici, ma sa anche uscire fuori dal seminato. Ha il senso del ritmo, dell’armonia. Della musica, in due parole.
La sua camera è invasa dai vinili di Chuck Berry, di Eric Clapton, di B.B King, dei Delirium di Ivano Fossati, di Francesco De Gregori, di Gilberto Gil. Insomma, la sua camera è invasa da sogni inarrivabili. Canta anche, il ragazzo. Ha un timbro niente male. Ed è per giunta intonato. Ti dirò, è pure belloccio. “Ha tutte le carte in regola per essere un artista” direbbe di lui Piero Ciampi. No, forse la buonanima di Piero, logorata dal vino, dalla povertà, e dalla solitudine, di lui non lo direbbe. Ad ogni modo, nella valigia c’è tutto. Sta quasi per andarsene. Sulla soglia di casa incontra sua madre, appena rientrata dal lavoro.
“Mamma parto. Vado a fare il cantautore”
“Ma ‘n do cazzo vai?”
TERZO INCIPIT
Questa è la storia di un ragazzo che coltiva un sogno: quello di vivere facendo musica. E se realizzare questo sogno è già difficile per chiunque, figuriamoci per un ragazzo che vive in Italia, il paese dove tutti vogliono cantare, dove tutti vogliono diventare famosi, dove però, se dici a qualcuno che sei un cantautore, quello ti guarda con l’espressione tipica del “Ma vai a lavorare!”. Mettici anche che il lavoro, a quanto dicono, si è estinto come una remota specie animale, ed il quadro è completo.
Non rimane che starsene a letto, magari con la fidanzata di sempre, magari mentre dalle casse dell’impianto fuoriesce “Canzoni sull’alternativa” di Edoardo Chiesa, annegando “in un mare d’amore”, come capita ai due protagonisti di “Pioveva“, indiavolato rock ‘n roll che riporta alla mente le radici della musica che preferiamo, compreso il punk, ma anche gli Ottavo Padiglione di Bobo Rondelli, quelli meno tzigani, e perché no, anche i Blues Willies di Claudio “Greg” Gregori, per la semplicità filologica, e per il divertimento con cui ci si accosta alle atmosfere del suddetto genere. Il ragazzo ha deciso. Deve uscire da quella stanza. Deve trovare la sua strada. Guarda negli occhi la sua lei. Deve trovare il coraggio di dirglielo.
“Amore…”
“Che c’è?”
“Io parto. Vado a fare il cantautore.”
“Ma ‘n do cazzo vai?”
QUARTO INCIPIT
Questa è la storia di un ragazzo innamorato del blues, o meglio, come direbbe Edoardo Chiesa in “Nati Vecchi“, traccia conclusiva dell’album, questa è la storia di un ragazzo che ascolta musica di gente morta. Lui vorrebbe resuscitare i “Blues Brothers“, ma deve accontentarsi dei suoi quattro amici al bar, che non vogliono cambiare il mondo. E allora avanti coi ricordi, con le birre, con le sigarette. A pensarci bene, “Canzoni sull’alternativa” potrebbe essere la colonna sonora ideale delle sue giornate. Ognuna di queste canzoni, infatti, sembra fotografare quell’attimo, che prima o poi arriva nella vita di tutti, in cui ci si ritrova fermi sulla soglia, incerti se restare, magari dando un senso a ciò che abbiamo già, oppure andarsene, e cercarne uno nuovo altrove. Un attimo che, come molti sapranno, può durare anche decenni.
Al tavolo ormai sono rimasti in due: il nostro protagonista e il suo amico di sempre. Stavolta ha deciso. Stavolta partirà per inseguire il suo sogno. Deve solo comunicarlo all’amico. Teme già la sua reazione.
“E niente, ho deciso.”
“Che hai deciso?”
“Voglio andarmene da qui”
“Per fare che cosa?”
“Voglio andare a suonare il blues in giro per il mondo”
“Posso venire con te?”
POST SCRIPTUM
A differenza della vita, dei suoi intoppi, e delle sue sorprese, il disco di Edoardo Chiesa scorre snello, agile, veloce. Dura poco, ma non facciamone un dramma. Anzi. Forse manca quel pizzico di personalità in più, quel qualcosa che ti fa dire: “Eccolo, l’ho trovato. Finalmente ho il cavallo su cui puntare!“. Scommesse ippiche a parte, sarà il tempo a dirci se questo trentenne, che ha già all’attivo una lunga gavetta, riuscirà a spiccare il volo come nuovo albero maestro del Titanic Cantautoriale Italiano.
Rimane la freschezza delle composizioni, la spigliatezza e l’ironia con cui vengono interpretati i brani, e in generale un senso di leggerezza, insieme ad una non trascurabile qualità generale dell’esecuzione, che rende il disco piacevole, arioso. Una boccata d’ossigeno nella tetraggine a cui siamo, talvolta parodisticamente, abituati. Certo, qualche ombra c’è. Le liriche, a mio modo di vedere, non sempre si dimostrano all’altezza, e soffrono di qualche rima telefonata di troppo. In più, gli assoli di chitarra, sempre ben eseguiti, sembrano quasi una tassa da pagare ogni volta che i brani volgono al termine. Detto ciò, fra alti e bassi, il disco sfoggia una gran varietà di stili, di colori, di ritmi,dal pop al rock, dal blues al funky, senza contare che gran parte delle canzoni vanta dei ritornelli molto immediati. In breve, c’è davvero tutto in questa valigia. Adesso bisogna “solo” scegliere cosa lasciare indietro, per fare il passo successivo. Staremo a vedere. Per ora, la butto lì: siamo difronte al nuovo Alex Britti?