Jesus And Mary Chain @Ferrara Sotto Le Stelle – 19.07.2015

intro_jesusandmarychain
Attitudine e visual

Sebbene il clima torrido ponga un serio veto sulla frequentazione della bassa pianura Emiliana in questo periodo dell’anno, Piazza Castello – posta nel centro storico di Ferrara – risulta ben gremita. Alla destra, il Castello Estense svetta massiccio ed invalicabile: punto di forza estetico di una location decisamente evocativa, e che sovente mette a dura prova tutti quei fonici, e quegli artisti intenti nel ricreare in sede live un certo wall of sound. E questa volta come immaginerete la sfida è fra le più difficili.

Il Palco risulta decisamente all’altezza. Luci al top, e sfondo dedicato al capolavoro Psychocandy. Quello che difficilmente torna, a chi attende la band Scozzese da 17 lunghi anni, è appunto la poca propensione verso quella dinamicità d’esecuzione di cui avrebbero beneficiato diversi brani del lotto. Le due false partenze, non rappresentano un problema; piuttosto, quello che l’ascoltatore attento, e non il neofita, avrebbe voluto, credo sia facilmente riassumibile in una maggior coesione ritmica, associata a quella furia esecutiva che una “prima” dopo svariati anni necessitava.

A riprova di questo, viene in nostro soccorso il doppio colpo da K.O tecnico a firma “Never Understand“/”Inside Me” qualcosa che lascia tranquillamente emergere la possibilità di poter assistere – magari in futuro? – ad una prestazione che esuli dal proporre diverse versioni degli originali in modalità slow.

Audio

Non so quanto si possa additare – come recentemente sottolineato nei social dai partecipanti all’evento – l’organizzazione per quella che risulta essere una delle performance che maggiormente avrebbe necessitato di uno spazio dedicato al chiuso, e ben sonorizzato. Come risulta altresì evidente quanto un innalzamento dei volumi avrebbe giovato allo show: ma forse, per uno spettacolo creato e voluto in un contesto “aperto” sarebbe stato di difficile gestione.

Setlist

April Skies
Head On
Blues From a Gun
Some Candy Talking
Psychocandy
Up Too High
Nine Million Rainy Days
Reverence
Upside Down

Interruzione di due minuti

Psychocandy
Just Like Honey
The Living End
Taste the Floor
The Hardest Walk
Cut Dead
In a Hole
Taste of Cindy
Never Understand
Inside Me
Sowing Seeds
My Little Underground
You Trip Me Up
Something’s Wrong
It’s So Hard

Pubblico

Buona affluenza, moltissime magliette della band e tanti amanti della musica eighties segnatamente dark.

Locura

A pochi secondi dall’inizio del proprio show, un’esibizione nell’esibizione, quel canuto signore, forse avvinazzato, aveva già ipnotizzato la parte finale del corteo. Era un ballerino. Sulle note della band dei fratelli Reid ballava metodico, in una sorta di danza epilettica che fondeva il gioco della campana alle più grandi performance sotto palco durante i concerti dei Joy Division.

Momento migliore

La seconda parte – dopo una breve pausa – risulta essere la migliore. Fin da subito l’accoppiata “Psychocandy” / “Just Like Honey” contribuisce nel generare nuova linfa nei componenti della band: picco poi raggiunto con le sopracitate “Never Understand” e “Inside Me“.

Conclusioni

Certamente i Jesus And Mary Chain dimostrano un certo affanno – non riconducibile alla loro cinquantina, insomma: avete presente Iggy Pop? – quando si tratta di fronteggiare “live” in maniera dinamica quel mostro “sonico” da loro stessi creato. Una monolitica presenza sul palco da parte della band, associata ad un’andatura vocale ondivaga, ed in certi episodi fuori fase, di J.Reid fanno il resto. Peccato perché quando spingono fanno ancora male, molto male.