Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
20 novembre 2015 | Ghost Records Bad Panda Records |
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Prendete i Beach House spostateli in California; dove inizieranno a pensare a tutt’altro, a godersi la vita, a cantare inni al mare e al sole, senza però abbandonare del tutto la vena malinconica — d’altronde se ci si è un po’ di indole non possiamo pretendere miracoli. Ecco, questa “nuova” band che ha abbandonato le fredde e sconsolate terre del nord potrebbero benissimo identificarsi con i Dumbo Gets Mad.
Anche loro sono una coppia con una cantante, vengono da Reggio Emilia ma abitano stabilmente a Los Angeles: questo per spiegare la loro naturale propensione per il mare e per le atmosfere più soleggiate. Se anni fa il nostro duo aveva rilasciato un bel gioiellino, che però era stato tacciato di leziosità e di appartenenza quasi prepotente ad un periodo storico ormai obsoleto, per il sottoscritto, quel “Quantum Leap” rappresentò una vera ventata di freschezza.
Oggi ci riprovano con “Thank You Neil”, album che come sopracitato, abbraccia echi a là Beach House inserendoli all’interno di tutt’altra dimensione. Le dirette e concise trame vocali nuotano in un mare di psichedelia sempre ben dosata, esaltando il calore di basso e batteria: è un piacere notare come l’omonimo brano acquisti corpo e Groove grazie ad una sezione ritmica a cavallo fra funky e calypso. Orientativamente si abbandona il revival 60’s dell’album precedente, per andare verso suggestioni appartenenti al decennio successivo: un po’ di funk e disco, un po’ di R&B e un tappeto di synth solari e brillanti che amalgama il tutto.
Sono molti i momenti in comune con la disco più soft di Marlena Shaw, Barbara Mason e Patrice Rushen. Altrettante, le delicate collisioni con l’Erykah Badu più calda e meno urbana (“Youniverse” e “Loosing it”) senza dimenticare il revival balearic — nella sua accezione più ampia — che gli Psychemagik stanno recentemente promuovendo. Potremmo anche dire di trovarci a metà strada fra l’indie pop e le colonne sonore di Umiliani, Morricone e Fidenco.
Thank You Neil è inoltre un concept album ispirato alla trasmissione televisiva statunitense “Cosmos: A spacetime odyssey”. Lo si percepisce immediatamente dopo aver sentito lo space-ambient di “340000”, la cosmic-disco di “Orion Caos” e “Cosmic Bloom” — che riporteranno alla mente gli Arpadys, di John Forde e di quella Cosmic Disco che in Italia andava fortissimo negli anni ’70. Insomma, una volta contestualizzato nell’angolo musicale appena descritto, capirete perfettamente che “Thank You Neil” è un gioiellino ancora più brillante del precedente.