A Morte l’Amore – A Morte l’Amore

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Da qualche anno a questa parte la Puglia ci sta regalando molte gioie. Una regione che sta davvero puntando sulla cultura, sui giovani e sulla buona musica; vi dicono qualcosa Puglia Sounds e Medimex? Ecco. In questa spinta moderna sono usciti molti nomi che aleggiano tra tour sold out e primi posti in classifica: Negramaro, Caparezza, Alessandra Amoroso, Emma, Sud Sound System. Ora, i nomi sono tra i più commerciali e abusati del panorama musicale moderno, ovvio, ma c’è da dire che non è semplice trovare una regione così attiva e soprattutto attenta a non diventare un fuoco di paglia.

Gli A Morte l’Amore si inseriscono in questo contesto e il 25 Marzo debutteranno con l’album omonimo: A Morte l’Amore. Il trio tarantino è composto da Giuseppe Damicis (chitarra/voce), Simone Prudenzano (batteria) e Mauro Capogrosso (basso). Il nome della band, testualmente: «è uno slogan cruento e al contempo un auspicio: lunga vita all’amore, ma a morte l’abuso del termine che se ne fa», come dargli torto. Si parla sempre di generi in musica, anche se spesso stanno stretti, come nel loro caso. Possiamo comunque inquadrarlo in un Disco Punk, più per il ritmo che per le melodie, o ad uno Stoner Rock corretto d’Indie, a tratti davvero troppo vicino come sonorità a Verdena et similia.

Dieci brani tirati e dalle mille sfaccettature, che vanno dal Blues di “Shey Shey“, a quelle più commerciali di “Mi abbracci, mi accoltelli”, uno dei brani più riusciti dell’album. Ma le sonorità si fanno subito più Stoner con “I Colpi” e “Anche al buio potrei” (vedi Bud Spencer Blues Explosion). Il punto forte è questo suono compatto che arriva dritto in faccia, una vera scarica di adrenalina che colpisce in tutta la sua potenza durante “Bugie” – brano capace di un bel mix fra Blues, Punk Rock e rancore. Nel disco, c’è però anche il tempo per ballare un lento Punk (“Ho smesso“), e di chiudere in bellezza con la dissonante “Come mi vuoi“, dove la chitarra si diverte ad incastrarsi con la voce.

Benché il trio si sia inserito all’interno di una scena abbastanza inflazionata, c’è da dire che il risultato è sicuramente d’impatto: il suono arriva come un’onda di sei metri per i surfisti, l’originalità dei testi è visibile, così come la voglia di ribaltare il concetto stesso di Amore. Forse, manca ancora quell’ingrediente segreto che li renderebbe davvero unici, ma siamo sicuri che in futuro ci riserveranno gradite sorprese.

About Massimiliano Barulli

Studente di Etnomusicologia @ La Sapienza, Roma. Mi interesso di tutto ciò che ruota intorno alla Musica e di tutto ciò che è Musica. Pop, Rock, Blues, Indie, World Music e contaminazioni.