Bibio – A Mineral Love

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Stephen James Wilkinson è già arrivato a otto album, più una manciata di EP. Con una regolarità da carta millimetrata e una costanza da atleta sovietico sta continuando a percorrere la sua strada a due livelli. Un livello è quello di marca elettronica, che è quasi la matrice di Four Tet e Caribou posizionata sul velluto; l’altro è un modulo folk moderno e pieghevole. La seconda pare la fascia progressivamente prevalente. Non stiamo parlando di due mondi lontanissimi, lo sappiamo. Eppure non è così facile e scontato interconnettere le due parti senza una minima frattura. Bibio, è ormai evidente, ci riesce: oltre che un produttore è intrinsecamente un polistrumentista ed è grazie a questo che il suo lavoro gode di un tratto d’autore anche quando la parte elettronica è predominante. E di rimbalzo c’è un aspetto uniformante anche quando si muove su quell’altro crinale: l’attenzione al suono connota pure le parti più scarne e (solo in apparenza) spoglie.

E così si passa da una “Why So Serious?”, elegante pezzo modern soul ad una “C’est La Vie” dall’accento elettroacustico, senza sentire il salto. Forse è curioso che ascoltando i lavori di Bibio venga spesso in mente Toro Y Moi ( “Feeling”, per citare una traccia). Curioso per il fatto che le uscite di Toro Y Moi/Chaz Bundick, a differenza di quelle di Bibio, sono di volta in volta improntate su un versante (magari chill e elettronico) o su un altro (indie pop dei ’70’s, per esempio). Quindi i due potrebbero essere considerati antitetici per come affrontano il formato album. Poi però succede che i rettilinei obliqui dell’uno e lo zig zag composto dell’altro s’intercettino abbastanza spesso. “Petals”, malinconica come buona parte del disco, è la delicata e lisergica apertura che lascia subito spazio al sound soft porn della title track. Una delle canzoni più belle è posta in chiusura: “Light Up The Sky” è una soul ballad non così lontana da quelle di un Micheal Jackson dell’82. Di poco rilievo, invece, ci pare l’ospitata di Gotye in “The Way You Talk”.

Fin qui ci si era chiesti spesso quale strada, tra quelle accennate, Bibio avrebbe scelto d’intraprendere. Ma oggi, di fronte a una discografia così strutturata, sappiamo che la sua cifra personale è proprio quella che ascoltiamo in A Mineral Love. E quella domanda suona finalmente superflua.