Turin Is Not Dead: l’intervista

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Turin Is Not Dead è un collettivo che opera sulla scena torinese proponendo serate dalle sonorità pesanti che spaziano dall’hardcore al metal. Tredici sono stati gli appuntamenti di TIND fino ad ora, e tantissime le band che si sono esibite – sia italiane che internazionali. Abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con loro.

Turin Is Not Dead, e questo è un dato di fatto. O meglio: Torino è resuscitata, e questo lo si deve anche al vostro impegno. In meno di un anno avete dato voce e lustro alla scena underground torinese – ma non solo quella – promuovendo l’incontro di musicisti, venues e pubblico, ed il risultato è davvero entusiasmante. Ma partiamo dalla vera e propria genesi: come è nato T.I.N.D., o meglio, quale mancanza nel panorama underground torinese volevate andare a sanare attraverso la creazione del progetto?

 Siamo nati come collettivo dopo aver partecipato all’edizione 2015 del Venezia Hardcore Fest. Il vedere tante band e tante realtà unite per un unico scopo – la riuscita di un festival con band da tutta Italia e dall’estero e il divertimento dei partecipanti – ci ha spinti a provare un’esperienza simile anche nel torinese. La mancanza di aggregazione tra band e pubblico e spirito di iniziativa ha mosso T.I.N.D. verso la creazione di eventi, oltre alla giornaliera attività di condivisione di eventi.

Come dicevamo, il collettivo è nato da meno di un anno, e già sono più di dieci le serate organizzate: questo mi fa pensare ad un certo entusiasmo da parte di band, pubblico e gestori dei locali che fanno parte della vostra rete. Quali erano le vostre aspettative all’inizio e quali sono ora, a distanza di qualche mese?

Siamo partiti con i piedi per terra, ma l’entusiasmo ci ha inevitabilmente portato a volerci staccare dalla mera facciata dei social, tentando da subito di concretizzare le nostre idee e iniziando a organizzare alcuni eventi.

Quella che avete messo in piedi è una bellissima avventura, sia come organizzazione ma anche a livello personale. Avete a che fare con tantissime persone che come voi amano la musica – e parliamo di musica “pesante” – e con un buon numero di band, sia del territorio che estere. Come scegliete le band da proporre? Soffermandoci sull’Italia, ci sono invece delle band che “scelgono voi” come trampolino di lancio?

Gli eventi organizzati da luglio 2015 a ora hanno visto la presenza di band estere e italiane: tra di esse, alcune sono state scelte da noi, altre si sono proposte. Per quanto riguarda “nuove leve”, abbiamo avuto il piacere di far suonare alcuni gruppi freschi di live (come ad esempio Haram e Aetherials), che senza dubbio speriamo di vedere a lungo sulla scena.

T.I.N.D. è formato da sei persone, con variegate esperienze culturali ed artistiche alle spalle. Il filo conduttore che lega questa esperienza è però la musica. Se vi chiedo di raccontare voi stessi attraverso un disco, quale scegliete, e perchè?

Fabio: “Turbe Giovanili” – Fabri Fibra – perché, ancora prima dell’hardcore, il rap è ciò che ha concretizzato il mio modo di essere;

Matteo: “Wake The Dead” – Comeback Kid – è stato il primo album a farmi avvicinare alla scena hardcore e ad oggi è uno degli album che più ha influenzato i miei gusti musicali;

Gianmarco: “Define The Great Line” – Underoath – perché mi hanno avvicinato, anche grazie alla loro attitudine, a ciò che suono ora e che mi appassiona;

Luca C.: “Potemkin City Limits” – Propagandhi – l’album che mi ha fatto andare oltre qualunque genere avessi ascoltato prima;

Luca B.: “Somewhere at the Bottom of the River between Vega and Altair” –La Dispute – perchè è l’incontro tra le mie radici musicali e altre sonorità più moderne che ho imparato ad apprezzare e che hanno influito molto su di me come musicista;

Pietro: “No Peace”- Trash Talk –perché trasmette un impatto travolgente e fulminante che manca nelle ultime uscite hardcore.

Che cosa bolle in pentola a casa T.I.N.D.? Qualche anticipazione sulle prossime serate?

Per il prossimo mese abbiamo organizzato, in collaborazione con Flux Agency, la data di chiusura di ARISE, il format ospitato dalle Lavanderie Ramone di Torino. Sul palco saliranno i milanesi La Fin, alla prima data nel capoluogo, supportati da A Deal With Prometheus, Testadimorto, Haram. Per l’autunno e l’inverno sappiamo solo che torneremo con degli eventi, ma per il momento nulla di concreto.

Per finire: sono in tanti ad aver decretato, ormai da tempo, “la morte del rock”. Sta di fatto che dando un’occhiata al vostro operato non sembra così difficile credere alla sua resurrezione, o ad una dipartita troppo prematuramente annunciata:  che cosa volete rispondere a chi dice che “il rock è morto”?

Noi non siamo mai stati dell’idea che il rock o altri generi musicali siano morti. Pensiamo che con il nostro operato, e con quello di tante realtà come la nostra, si possa concretizzare maggiormente la scena e dare maggior voce alla musica, soprattutto per quanto riguarda le realtà underground.