Pj Harvey – The Hope Six Demolition Project

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E’ sempre abbastanza complesso parlare di Polly Jean, come veniva chiamata Pj Harvey nella sua prima parte di carriera. Apparentemente la Harvey sembra viaggiare costantemente attraverso una contraddizione perenne, ma in realtà il suo tragitto creativo segue un percorso ben definito. Se nei primi dischi la sua anima Punk, quella più sporca emergeva in maniera netta evidenziando una forza genuina che aveva pochi eguali sul mercato – specie per quello che riguardava pubblicazioni molto intimiste –, ora la cantautrice britannica ha rivolto il suo sguardo verso la contestazione antigovernativa.

Così, prendendo spunto da una sua collaborazione fotografica, l’album in oggetto esplora musicalmente la devastazione di territori sconvolti dalla guerra come Kosovo e Afghanistan, denunciando quelle situazioni di miseria umana che coinvolgono la popolazione. La scrittura è indubbiamente tagliente, ma non così graffiante come ci si poteva aspettare.

Un album dalla genesi particolare. Infatti i fan hanno potuto assistere alle prove di registrazione, come se stessero assistendo ad un concerto. Nonostante questo il disco suona molto pulito, con una forte sezione fiati che rende il tutto insolitamente colorato viste le tematiche in oggetto. Questo porta a sacrificare quello spirito ruvido che ha da sempre caratterizzato la scrittura di Pj Harvey sin dai suoi esordi. Un aspetto deficitario che andrebbe recuperato al più presto per non annacquare quell’istinto primigenio capace di distinguere la cantautrice britannica all’interno del panorama musicale globale. Vedremo dove le prossime tappe della sua storia musicale la porteranno.