DJ Shadow – The Mountain Will Fall

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Generare suoni da un sample, modellare frammenti audio per creare visioni musicali nuove e mai ascoltate prima. Questo è da sempre il marchio di fabbrica e l’immagine più pregnante di Joshua Paul Davis, aka DJ Shadow, mentre, immerso nella sua vastissima collezione di vinili, scova illusioni da beatmaker.

In The Mountain Will Fall, DJ Shadow percuote la sua Akai MPC60, mescolando i campionamenti di vinili, cd ed mp3 con musica suonata dal vivo. Esplorando nuove direzioni che si discostino dal precedente The Less You Know, the Better (2011) – nel quale si virava anche verso pezzi dall’animo quasi crossover (Border Crossing) –, il nuovo lavoro rappresenta una miscela di stili che spaziano dall’Hip Hop all’Elettronica più sperimentale.

È un viaggio, il suo, dove i beat cambiano spesso forma, divenendo ora oscuri, ora evanescenti, mutando repentinamente da trame sinistre a intrecci ritmici caldi: da battiti freddi a pulsazioni liquide.

Arricchito dalle collaborazioni con Run The Jewels (Nobody Speak), Nils Frahm (Bergschrund), Matthew Halsall (Ashes To Oceans), Ernie Fresh (The Sideshow) e G Jones & Bleep Bloop (Pitter Patter), l’album è dunque un puzzle costruito su una miriade di frammenti sonori.

Si parte volgendo lo sguardo all’Italia, come è già accaduto in passato – basti ricordare “Organ Donor” da Endtroducing….., che celava al suo interno il sample di “Tears” di Giorgio Moroder. Questa volta sono le rarefazioni contenute in “Prima Alba” di Dario Baldan Bembo ad essere campionate nella titletrack, mentre sul finire del brano arriva il rumore fisico di una musicassetta. Memorie boom-bap si muovono in “Nobody Speak”, mentre visioni filmiche e spettrali appaiono in “Three Ralphs”. “Bergschrund” è glaciale come il crepaccio staccato dai ghiacciai da cui ha origine il titolo, mentre apocalissi industriali sovrastano “Depth Charge”.

Ogni album di DJ Shadow è sempre differente, inedito e quasi distaccato da tutto quello che lo precede. È inutile quindi fare sterili paragoni col passato. In The Mountain Will Fall è il presente che ti assorbe con le sue gelide ombre sonore, nell’attesa di cadere dalla montagna edificata dal suo stesso creatore.