Pallbearer – Heartless

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Leggendo e ascoltando le interviste degli ultimi tempi ai gruppi americani, è praticamente impossibile non percepire una certa inquietudine figlia dell’avvicendamento alla casa bianca. Fino ad arrivare, come in questo caso, ad un vero e proprio cambio di tematiche sulle liriche. Del resto, quando i Pallbearer cominciarono a scrivere il nuovo lavoro, l’America si trovava ad un anno dalle elezioni e la band dell’Arkansas dichiarò di aver percepito qualcosa di oscuro all’orizzonte. O per dirla à la Brett Campbell (voce e chitarra): “potremmo essere diretti verso tempi difficili“.

I Pallbearer arrivano così al disco della maturità col cuore pesante, ed un comparto testi che dal mitologico si sposta sul reale. Il pensiero va dunque ad una civiltà crivellata da nuovi interrogativi, ancora tutti da svelare, ed un’attenzione meticolosa per l’attualità. Un sentire che si ripercuote anche in sede di registrazione, segnatamente nella scelta di abbandonare la collaborazione con Billy Anderson, colui che produsse il precedente “Foundations Of Bourden“. I ragazzi, questa volta, fanno da soli: anche nel tentativo di evitare i disagi di un contesto poco familiare – si parla, per la location dove è avvenuta la precedente registrazione, di una specie di rifugio antiatomico, dove non era difficile ritrovarsi a dormire sul pavimento, al freddo.

Il motto: concentrare le energie. Per questo, forse, troverete il nuovo “Heartless” più aggressivo e tecnico rispetto ai suoi predecessori. Parliamo di quell’aura oscura che permea i lavori di chi ha deciso di non scendere a patti con la vita, ma di raccontarla in maniera lineare. Il nuovo lavoro possiede inoltre un’altra grande peculiarità, quella di lasciar emergere liberamente l’anima della band, troppo spesso accostata a derive Doom così lontane dall’estetica portante. I Pallbearer si dichiarano, e alla luce dei fatti sono, una splendida realtà Progressive Rock moderna – o come si definiscono: “una band Prog pesantemente downtuned” –, gente che non potrebbe mai registrare un disco in pochi giorni: come capita ad alcune delle band a cui vengono talvolta accostati.

Il loro apprendistato si poggia infatti sulle solide fondamenta del Prog più nobile – Pink Floyd, Camel –, senza mai dimenticare la lezione impartita dai Black Sabbath. Così, le otto tracce di “Heartless“, si dipanano attraverso un modernariato Heavy senza farsi intimorire dalle accuse verso un cantato fin troppo melodico – ma che ben si presta alla causa. Lunghe e struggenti suite, come la conclusiva “A Plea For Understanding“, si fondono alla crudezza di passaggi serrati che pescano a piene mani dall’enciclopedia Hard’n’Heavy (“Cruel Road“). Scintillanti e malinconici i tagli chitarristici di “Lie To Survival” – e le sue certezze. Impeccabile la costruzione di “Thorns“:  déjà vu vocali Post-Hardcore, incedere Doom e chitarre che spesso si prendono il lusso di ricamare un paesaggio decadente. Un disco non immediato, ma dal grandissimo potenziale. Ora lo sapete.

Data:
Album:
Pallbearer - Heartless
Voto:
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