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14 aprile 2017 | ninja tune | ninjatune.net |
Dopo i toni grigi e perversi di “Ghettoville”, la parentesi House-mix in formato “Dj-Kicks” del 2015, l’enigmatico Actress – al secolo Darren Cunningham – torna sulla terra con un piano ambizioso dal titolo “AZD”.
Il nuovo lavoro (che si pronuncia “AZID”), studiato con la collaborazione della London Contemporary Orchestra, ha lo scopo di diventare “uno strumento musicale intelligente”, un nuovo teorema di assemblaggio e trasmissione sonora. Actress ha sempre cercato di uscire dal seminato del vile cut’n’paste che contraddistingue il mondo elettronico degli ultimi anni, e la Techno fine a se stessa non ha mai interagito con le idee del producer Inglese, ma“AZD” evade definitivamente, va oltre ogni prontuario sociale.
Nella metropoli futuristica descritta da Actress, ancora una volta risulta difficile trovare una chiave di lettura definitiva. Gli abituali paesaggi Dark Ambient sono ora connessi a una quarta dimensione, tramite un intrico disarticolato di voci, arpeggi e Noise. La complessità degli strati di produzione del nuovo album è palpabile fin da subito, e la dissonanza esplicita rappresenta la vitamina sintetica del nuovo strumento di Actress.
Un quarto d’ora di decompressione sui club-standard del più noto Darren Cunningham e il primo singolo “XX22RME” (Extreme) culla un dance floor mutante; qualche minuzioso colpo di scena e il battito si affievolisce, fino a scomparire a favore di input crescenti, di voci e rumori. Questo schema di annullamento dei beats, e la costruzione di monoliti dissonanti, avranno la meglio per tutta la seconda parte dell’opera.
L’innovazione nel songwriting di Actress, lascia ancora una volta il segno: tanto quanto gli eccessi (senza meta) raggiunti da brani come “Dancing in the Smoke”. Le drum machine di “AZD” a tratti assumono persino l’aspetto e la forma di lontani strumenti di accompagnamento, mentre la forza motrice ritmica scaturisce, molto singolarmente, da archi, voci e opachi synth.
In un mondo di iper-contenuti monodirezionali e di eserciti percussivi in 4/4, siamo davvero pronti a privarci dei BPM d’ordinanza per seguire il cortocircuito ESTREMO?