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21 Luglio 2017 | Interscope | lanadelrey.com | ![]() |
Ogni tanto la storia della musica Pop è in grado di scrivere delle belle pagine. Lana Del Rey è una di queste, oramai ne abbiamo la certezza. Cantautrice sfrontata, colta ma anche con un modo di porsi leggero. Dimostra ad ogni suo passo una grandissima capacità di crescita ed evoluzione musicale. Eppure non era affatto semplice: i suoi inizi di carriera sono stati davvero folgoranti con album come Born to Die e Ultraviolence. La critica si è sempre mossa con circospezione intorno alla cantautrice di New York, come se attendesse un primo passo falso. E invece eccoci qui a parlare di un album sorprendente e ispirato come Lust for Life.
Lana del Rey con questo disco spalanca la sua carriera verso una frontiera di rinnovamento e contaminazione: si percepisce nell’atmosfera complessiva dell’album la presenza di Sean Lennon, che non solo riecheggia in brani come Tomorrow Never Came (chiara ispirazione beatlesiana), ma che ispira anche le musicalità vagamente distorte di brani come Cherry e In My Feelings.
Non mancano i riferimenti al passato della Del Rey: e così ritroviamo in Get Free una citazione esplicita di Creep dei Radiohead o in Love la Don’t worry baby di spectoriana memoria. Ottima davvero. Poi il senso complessivo dell’album sembra viaggiare su un filo rosso di malinconia cinematografica: che ricorda un po’ la Sheryl Crow degli esordi o anche il Dylan più raccolto.
C’è molta America, o forse, c’è solo molto di se stessa. Poco più che trentenne la nostra possiede la sicurezza e la sfrontatezza delle cantautrici più navigate, ponendosi al centro della scena musicale d’oltreoceano come una novella Chrissie Hynde. Brani come Summer Brummer, Heroin o Groupie Love devono molto al Rock della west-coast ed evidenziano quanto la controcultura nata dalla Beat Generation di Kerouac e Ferlinghetti abbia influenzato Lana.
Tutto questo risulterebbe alquanto inaspettato, soprattutto leggendo la biografia della ex modella di New York. Eppure è la dimostrazione di come a volte il talento possa manifestarsi in maniera cristallina. Davvero una sorpresa, ogni volta più grande. Giù il cappello.




