Il 15 Settembre uscirà “Contravveleno” il terzo album degli Havah

Il 15 Settembre uscirà il terzo disco degli Havah, “Contravveleno”. Nient’altro che dodici classici dark-wave con un’ossatura post-punk industriale e un piede nel death-rock.

Pensate ai Bauhaus che incontrano i Diaframma che incontrano i CCCP.

Nessuna scelta, nessun pensiero, non c’è tempo per decidere, si può solo agire. Un semplice antidoto. Contravveleno è il terzo LP per Havah, il loro lavoro più tagliente, denso e determinato. Un tuffo dentro ad uno dei momenti più brutali della storia del nostro paese.

La storia di Contravveleno corre senza sosta tra le campagne e le colline di Ravenna e Forlì. Ispirata dai racconti del partigiano Nullo Mazzesi.

Michele Camorani: “quando avevo 12 anni rubai delle pistole a dei soldati tedeschi, e mentre scappavo in un campo di cavoli i nazisti mi sparavano alle spalle. I proiettili sfrecciavano e colpendo i cavoli intorno a me li facevano saltare in aria. Ma non mi colpirono”.

Quell’immagine è rimasta impressa nel cervello di Camorani. Un bambino che capisce che forse sta per morire, per un atto politico di cui probabilmente non era consapevole al 100%.

Contravveleno è un disco post-punk, in bianco e nero, parla tramite immagini e piccoli episodi di resistenza, ma non di eroi, di uomini donne e ragazzi, che si trovarono a difendere, attaccare, uccidere e morire. Compiere e subire atrocità. In un tempo in cui non c’erano altre possibilità, queste donne e uomini, consapevolmente o meno erano l’antidoto, il ‘Contravveleno’ tra la paura e la convinzione di una rinascita. Non ci sono slogan, o canti di gloria, solo le storie e i traumi di chi per scelta o per mancanza di alternative è diventato protagonista negli eventi.

Registrato da Franco Naddei nel corso di due anni, Contravveleno è stato mixato da Maurizio ‘Icio’ Baggio (Ema, The Soft Moon, Merchandise, Death Index, Ninos du Brasil), catturando gli Havah al massimo del loro fragore e della loro purezza. Per la prima volta sono stati aggiunti i synth alle solite chitarre sci-fi, affilate e chiare, ormai un marchio di fabbrica. Così si passa dalla gioiosità inconsapevole e inopportuna (‘Sanno Che Ci Siamo’, ‘Ogni Volta’), alla rauca e dissonante sonicità (‘Al Di Fuori Del Male’, ‘Il Loro Errore’), ai bassi pulsanti e avvolgenti (‘Strade Più Buie’, ‘La Differenza’).

Forever Resist!

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