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I purtroppo sciolti In the woods… furono uno dei progetti più bizzarri e inclassificabili mai apparsi nella scena musicale norvegese, un gruppo che seppe fin da subito stravolgere i canoni delle basi black metal col suo ampio uso di elettronica ed influenze folk con lo storico debut “Isle of Men” e che nell’album che vi sto per recensire raggiunge forse la sua vetta artistica. Il nome “In the woods…” coi suoi tre punti stava a significare le “illimitate capacità” del gruppo composto da X. Botteri, C:M. Botteri, A. Kobro, Oddvar A:M, Jan Transit e Synne Soprana, dei musicisti che lavorarono nell’ombra e mantenendo un alone di mistero riguardo la propria identità, lasciando spazio alla sola musica.
Metal, ambient, progressive, elettronica e strumenti classici, questo quanto gli In the woods… riuscirono a combinare armonicamente in questo “Omnio”, album il cui nome è tutto un programma a riguardo. Con l’opening track “299 796 km/s” già ci troviamo di fronte a un capolavoro che unisce tutti gli elementi di cui sopra, un brano di difficile ascolto ma che, una volta assimilato, non potrà non deliziare l’ascoltatore con il suo alternarsi di metal e intermezzi melodici classicheggianti, dovuti anche al “The Dust Quartet”, quartetto d’archi norvegese che impreziosisce ulteriormente le già perfette orchestrazioni della band e il favoloso duetto dei vocalist Jan e Synne. Un intenso brano di un quarto d’ora dalle strutture sorprendenti, degne del miglior progressive (è bene ricordare l’amore di questa band nei confronti di Pink Floyd e King Crimson), assolutamente uno dei migliori pezzi mai realizzati dalla band.
“I am you flesh” inizia come veloce brano metal, rallentando drasticamente dopo circa due minuti per portarci in una lenta e tetra atmosfera doom che ricorda i primi Anathema e My Dying Bride, fatta eccezione per la voce pulita e teatrale di Jan. “Kairos!” è un pezzo doom, cantato stavolta dalla sublime voce di Synne e con una delicata outro acustica.
“Weeping willow” ci ribadisce l’amore della band per le melodie progressive, con le delicate e armoniose tastiere del guest Arve Lømsland a fare da contrappunto all’ottimo lavoro chitarristico dei fratelli Botteri e ci introduce nella monumentale (quasi) title-track “Omnio?”, divisa in tre parti: la suggestiva “Pre”, a cavallo fra atmosfere tipicamente goth e progressive, la psichedelica “Bardo”, in cui il gruppo si ispira chiaramente ai Pink Floyd, per concludere in bellezza l’album con una “Post”che riprende appunto “Pre”.
“Omnio” uscì contemporaneamente a quel capolavoro a nome “La Masquerade Infernale”, ma gli In the woods… non riuscirono ad avere lo stesso impatto: la riservatezza e il basso profilo del gruppo portò “Omnio” ad essere noto ad un pubblico molto più circoscritto rispetto agli allora compagni d’etichetta. Notare però che il paragone fra questi due album lo faccio solo per ragioni di contemporaneità: entrambe le band hanno un approccio complesso, ma con esiti totalmente diversi, con gli In the woods… improntati piuttosto verso atmosfere psichedeliche e gothic, a differenza degli Arcturus più teatrali e vicini alla musica classica.
Un album meritevole di essere riscoperto, un’autentica sfida per l’ascoltatore in cerca di nuove, bizzarre esperienze sonore. E purtroppo è spesso una sfida anche trovare “Omnio”, uscito per una label ormai defunta e non ancora ristampato, ma reperibile con un po’ di pazienza.