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Signori… al dilà delle banalità o degli eccessivi entusiasmi… siamo di fronte a un capolavoro. Di dischi così ne esce uno ogni dieci anni se va bene, quindi perdonatemi l’entusiasmo, ma non posso fare a meno di essere euforico per un album che a mio parere è secondo a pochi!
Le “etichette” che si tendono a dare quasi obbligatoriamente ai generi musicali parlano qui di “progressive metal”… la tecnica, i tempi dispari e le composizioni “a bolero” tipiche del genere progressive, miscelate con ritmiche heavy e doppia cassa…
Metti nel lettore il disco, e la musica ti scorre dentro da subito…
E cosa deve avere un disco per “scorrerti dentro” e non uscire più?
Beh, basta ascoltare questo IAW… Una amalgama perfetta di (nell’ordine) Melodia, Originalità, Abilità Tecnica, Inventiva… e la lista potrebbe continuare a lungo…
Sin dalle prime note di “Pull Me Under”, la prima traccia, si ha la sensazione che si sta ascoltando qualcosa che lascerà il segno… tutto è imponente, perfettamente dosato, sapientemente miscelato… il ritornello non a caso diventerà un INNO ai futuri concerti… Si passa alla meravigliosa “Another Day”, struggente e bellissima, quanto potente e indimenticabile… uno dei più bei solisti di Petrucci a mio parere… Il tempo di perdersi tra le note di sax che chiudono Another Day che si passa a “Take The Time”… Stupenda! La “formula magica” continua a fare effetto, la tecnica seppure sublime non è mai “esagerata” ma rende un pezzo di più di otto minuti una “passeggiata”… I Dream ci guidano per mano, esibendosi in duetti basso-chitarra-tastiera indimenticabili ci conducono a “Surrounded”, altra ballad di un’intensità inspiegabile a parole… dove il lavoro dei singoli Petrucci, Portnoy, Moore e Myung è sempre al servizio della melodia e della lucidità, mai il contrario! Siamo arrivati senza accorgercene alla traccia 5… Il nome promette bene “Metropolis Part I – The Miracle And The Sleeper”… 9:32 minuti… la durata dei pezzi aumenta, rendendo un po’ preoccupante la “sopportabilità” del pezzo, soprattutto a chi non è avvezzo a composizioni di così lunga durata…
E invece, vale la pena ripeterlo ancora, tutto è così perfettamente incastrato e dosato che il brano impressiona per tecnica e idea compositiva, ma non appare mai “stucchevole”… Anzi si fa apprezzare anche per un bellissimo testo!
Traccia numero 6: “Under A Glass Moon” il disco si avvia verso la fine mantenendo valori qualitativi altissimi! Da non credere… Ogni traccia segue un cliché ben inquadrabile, ma aggiunge al “castello” sempre una carta nuova. Così ci si stupisce per il solista di Petrucci, nonostante si siano già apprezzate le sue doti tecniche…
Come a “spezzare” la forte tensione e emotività del disco arriva la penultima traccia: “Wait For Sleep”, Moore alla Tastiera duetta con LaBrie alla voce… o è l’opposto? dolcissima ballad che ci introduce agli undici minuti di “Learning To Live”, più di undici minuti! E magari ne durasse VENTI! forse il brano più bello e vario dell’intero album!
Nonostante sia il loro secondo disco i DT hanno talento da vendere, e capacità compositive fuori dal comune… Hanno raccolto l’eredità di Rush (soprattutto), Genesis, ma anche Pink Floyd, Metallica, Deep Purple… E hanno creato il loro capolavoro assoluto, mai più eguagliato e neppure lontanamente…
Sy Borg