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Nel 1968 in piena epopea rock\psichdelica a San Francisco viene inaugurato il Fillmore West: il concerto di apertura vede come stella principale Jimi Hendrix il cui show viene preceduto da quello di John Mayall. Ma ad aprire la serata viene invitato Albert King creando una sorta di viaggio temporale tra il maestro e il suo allievo migliore (Hendrix ha sempre indicato Albert come uno dei suoi più importanti punti di riferimento). King riscuote un successo strepitoso e la Stax (la sua storica etichetta) decide di immortalare l’evento in un disco dal vivo destinato ad entrare nelal storia del blues. Nasce così “Live Wire/Blues Power” il disco più famoso e celebrato di Albert King. In queste 6 tracce (nella versione remaster è compreso anche un mini documentario multimediale) si può apprezzare tutta la maestria del grande bluesman. La sua abilità di portare i toni acuti al limite e i fraseggi sempre contenuti e mai pacchiani. La voce calda espressiva e potente strizza l’occhio al soul creando il celeberrimo “sound Stax” di cui King è il principale esponente. Tra queste 6 canzoni troviamo 2 dei cavalli di battaglia del Mohamme Alì del blues” la title track e “Blues At Sunrise” ma tutto l’album è una esplosiva miscela di soul e blues. Molto belli i continui colloqui con il pubblico al quale Albert spiega la potenza del suo incredibile blues. Il lavoro si apre con straordinaria versione del classico di Herbie Hancock “Watermelon Man”. La flying V inizia subito a eruttare le sue lunghe e tiratissime note poi Albert si ferma saluta al pubblico che entusiasta risponde e inizia a tenere il tempo battendo le mani; King imbraccia nuovamente la sua gibson e tira fuori tutta la magia e la potenza del suo sound ; ma siamo solo all’inizio il vero spettacolo inizia ora con “Blues Power”: mai titolo fu più azzeccato. Oltre 10 minuti di straordinaria musica del diavolo introdotta dalla spiegazione del bluesman di Indianola che erudisce il pubblico californiano sul significato della sua arte e poi si lancia in uno dei pezzi più memorabili di sempre. La band lo segue alla grande mentre King tra continui richiami al pubblico e assoli fulminanti da il meglio di se. Le sue mani gigantesche percuotono le corde fino allo spasimo in un debordante assalto chitarristico. Se cercate l’essenza del Chicago blues l’avete trovata. Nemmeno il tempo di tirare il fiato e arriva la super ritmata “Night Stomp”, un soul blues di rara bellezza ed efficacia con l’hammond e la batteria ad accompagnare le evoluzioni del fenomenale King in questo grandioso strumentale. Ce ne sarebbe abbastanza per far entrare di diritto questo disco nella storia ma Albert King non è sazio e così arriva la grandiosa “Blues at Sunrise”: Quasi 9 minuti di blues da leggenda, Albert canta e suona come solo lui sapeva fare tirando fuori una delle versioni più sensazionali di questo mitico brano che sfocia, verso il minuto numero 4, in un assolo strabiliante. Su queste note si sono formati decine e decine di chitarristi tra cui Stevie Ray Vaughan. Lo Stax sound più puro ritorna nella successiva “Please Love me” con la flying vi acuta e appuntita come uno stiletto. A chiudere l’album, ci pensa “Look Out”, grande lavoro di basso e la solita immensa chitarra mettono la parola fine,tra il delirio del pubblico, a questo impedibile disco.
Live Wire\ Blues Power è , a giudizio di chi scrive, il miglior disco di blues dal vivo di sempre: il più grande dei King offre una prova perfetta toccando vette inarrivabili. Album da leggenda per un artista immenso, sicuramente tra i primi 5 chitarristi di sempre per bravura e importanza