Hooker, John Lee – Face To Face

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Tenere il conto di quanti dischi ci sono in giro a nome John Lee Hooker (o a cui esso ha partecipato) è pressoche impossibile. Erano gia tantissimi quando il grande Hook era in vita ma dopo la sua morte, come sempre accade, il numero è aumentato a dismisura grazie a ristampe, edizioni speciali e via dicendo. Personalmente dal punto di vista morale non approvo queste cose ma capisco che il music biz ha le sue, discutibili , regole a cui bene o male bisogna sottostare. Faccio questa premessa perché Face To Face è un disco assemblato dalla figlia di Hooker, Zakyia, la quale ha scavato tra l’enorme archivio del padre tirando fuori 15 canzoni registrate tra l’inizio e la fine degli anni ’90. Fortunatamente si tratta di materiale del tutto inedito e questo almeno toglie un po’ il senso di “sciacallaggio” che di solito operazioni di questo tipo mi causano. Ma parliamo della musica: sostanzialmente si tratta di duetti tra Hook e vari personaggi del blues e del rock; cosa non certo nuova per John basti ricordare dischi come “Mr. Lucky” , “The Healer” e “And Friends”. I nomi sono più o meno gli stessi di questi lavori probabilmente perché le canzoni provengono dalle medesime session. Questo comunque non toglie nulla al valore del disco che risulta di buon livello con alcuni momenti davvero memorabili. Dicevamo degli ospiti: I nomi sono da infarto: Warren Haynes, Van Morrison, Johnny Winter, George Thorogood, Dickey Betts, Elvin Bishop, Roy Rogers. La parata di stelle funziona molto bene e il vecchio Hook si presenta in forma smagliante, voce calda e vibrante e quella chitarra unica e inimitabile che la si riconoscerebbe al primo colpo tra mille. Vediamo ora qualcuna di queste 15 canzoni nel dettaglio: Si parte con “Big Road”, fin dall’attacco si riconosce subito la Les paul di Warren Haynes pungente come al solito, partecipa anche Roy Rogers ma onestamente la sua presenza in questo brano non si nota, Warren e Hook la fanno da padroni col vecchio leone che canta alla grandissima, splendido inoltre il lavoro della sezione ritmica composta da Jack Cassady (basso) e Fito De La Parra (batteria). Un blues secco e rovente davvero un ottimo inizio ma la seguente song, “Dimples”, è da spellarsi le mani. A duettare alla voce con Hooker è presente Van the Man e i due ci danno dentro che è una meraviglia. Morrison ringhia da par suo e “l’uncino” non si tira certo indietro, il tutto supportato dal magnifico lavoro alla chitarra di Elvin Bishop , in forma smagliante, e all’hammond di Jimmy Pugh. Grande grandissima canzone con John che alla fine ringrazia sentitamente gli ospiti. “Loving People” è un r&b scritto da in coppia con la figlia , canzone onesta nulla di più nulla di meno anche se la prova vocale di Hooker è sempre sopra le righe. Di tutt’altro spessore è invece la title track: Alla chitarra è presente Johnny Winter , davvero in stato di grazia , mentre la sezione ritmica è quella dei primi brani. Il brano è uno slow blues lungo e tirato, le due chitarre si incrociano alla grande con Winter che tira le note alte all’ inverosimile. Magnifica ancora una volta la voce di John che mugola come hai tempi d’oro. Tra le cose migliori del disco c’è sicuramente anche “It Serves Me Right to Suffer” un grande classico del repertorio hookeriano. La versione qui offertaci è meravigliosa: 6 minuti di sudato e straripante slow blues con la chitarra di Dickey Betts in grande spolvero. I due si trovano a meraviglia dando l’impressione di suonare assieme da sempre. John miagola, ringhia, ride è in forma smagliante. Ancora un colpo da maestro. La successiva “Up and Down” è un blues carico di grinta e sudore, la slide è quella di Warren Haynes (da urlo come sempre) mentre il piano in chiave boogie è suonato da Johnnie Johnson. La song parte lenta e poi esplode in un vortice di note con chitarra e piano che duellano in modo meraviglioso alternandosi e sovrapponendosi lasciando poi spazio al vocione dell’”uncino” prima di riprendere la loro battaglia. Memorabile! Il ritmo ormai è alto e “Mad man Blues” arriva al momento giusto. Il grande classico è eseguito in modo spoglio e vibrante, ne esce un bluesaccio secco e stradaiolo , solo la voce, 3 chitarre elettriche (Hooker, Thorogood e Rogers) e il piede di John che tiene il tempo. Ci vuole poco per fare una grande canzone se si è dei fuoriclasse. Thoroggod è presente anche in “Stop Jivin Me”, brano acustico in cui la sezione ritmica è ridotta alla sola percussione mentre la slide di George graffia alla grande. Un blues semplice ed efficace. I due in coppia funzionano a meraviglia anche in “Wednesday Evening Blues”, ancora un blues acustico dal sapore antico e la voce di John da mettere in brividi, questa canzone potrebbe stare tranquillamente in “House of The Blues” (uno dei dischi migliori di Hook).
Forse 15 canzoni sono un po’ troppe visto che 2 o 3 sono nettamente inferiori al resto ma in questo Face To Face sono presenti almeno 7 brani di grandissimo valore e in generale il disco risulta davvero bello. Nonostante sia una compilation di inediti dobbiamo dare atto a Zakiya di aver fatto un ottimo lavoro. Riascoltare il grande uncino è sempre una gioia e se ad accompagnarlo ci sono personaggi di questo calibro il gioco è fatto. E’ gia stato annunciato un volume 2, nonostante le riserve morali sull’operazione se il valore è lo stesso di questo cd allora ben venga. La grande musica dalle nostre parti è sempre ben accetta, e questa è grandissima musica che celebra uno degli artisti più importanti del secolo scorso, un gigante che resterà per sempre nella storia della musica.