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I COC si formano nei primissimi anni 80, ancora pervasi dall’onda lunga del punk, come band harccore sulla scia dei Black Flag. Dopo un buon album d’esordio (Eye for an Eye) ai 3 componenti originali della band (Reed Mullin, Woody Weatherman, Mike Dean) si aggiunge il chitarrista e frontman Pepper Keenan (che sostituisce Eric Eycke). Con questa nuova formazione la band lascia progressivamente le sonorità figlie del punk per dirigersi verso un sound più pesante che ora, col senno di poi, potremmo definire come “stoner ante literam”. Un hard rock di chiara estrazione anni ’70 che si rifà molto sia ai Black Sabbath e ai Grand Funk Railroad che ai Lynyrd Skynyrd e agli ABB (grandi amori di Keenan che è un figlio del sud), una sorta di southern hard rock. Nel corso degli anni i COC hanno dato alle stampe dischi di ottimo valore come “Blind” e “Deliverance” intraprendendo via via un percorso all’indietro verso le origini del sound. Perdendo in velocità di esecuzione i nostri hanno comunque guadagnato molto in potenza e ora sono considerati, giustamente, come dei pionieri dello stoner, veri padri putativi di band come i Kyuss, grazie soprattutto all’uso\abuso del feedback e di tempi dilatati. Questo “Live Volume” è la continuazione dal vivo del precedente “America’s Volume Dealer” dove al posto del defezionario Reed Mullin siede dietro le pelli l’ex Crowbar Jimmi Bower: il nuovo batterista ha portato ad un ulteriore appesantimento del suono della band, come si nota chiaramente ascoltando le versioni qui presenti di alcuni classici del passato. A mio parere la scelta è risultata vincente; con la nuova veste ritmica le song guadagnano in compattezza e possono titar fuori la loro anima più nera. Magari si perde un pochino in fantasia ma i COC hanno deciso di giocarsi tutto sulla potenza del suono e questa è una conseguenza che sicuramente avevano previsto. Live Volume è la summa di tutti i discorsi fin qui fatti: 77 minuti di hard rock duro e granitico, 15 canzoni che ripercorrono tutta la carriera della band originaria della North Carolina. Naturalmente l’album più rappresentato è l’ultimo “America’s Volume…” ma non ma non mancano certo i grandi classici: Troviamo così brani grandiosi come “Albatros”, “Wiseblood”,” Vote With a Bullet” e “Clean My Wounds” proposta in una versione di quasi 9 minuti. Questa è la seconda conseguenza del cambio di rotta: Le canzoni sono tutte più lunghe, le parti solo strumentali sono considerevolmente aumentate. Se questo sia un bene o un male dipende certamente dai gusti personali dell’ascoltatore, dal canto mio trovo che la cosa funzioni perché permette alle canzoni di esprimere tutta la loro forza .
Live Volume rappresenta un nuovo tassello nel percorso di crescita di questa grande band che non si è mai piegata alle mode, sempre coerente con se stessa ma non per questo statica. Un gruppo che oggi suona come a mio avviso dovrebbero suonare i Metallica (grandi amici dei COC coi quali hanno spesso condiviso il palco), senza rinunciare alla propria identità ma anche senza copiare se stessi, aperti a nuove influenze ma lontani dai cliché delle major e delle TV. I Corrosion Of Conformity sono una band vera di sano, potente e granitico hard rock vero.