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Davvero un brutto lavoro il ritorno degli A House. Molto probabilmente la vicinanza con Edwyn Collins e Neil Hannon non li ha aiutati, o forse li ha stravolti un po’ troppo. Wide Eyed and Ignorant è un album veramente poco incisivo, vuoto, che difficilmente riesce a destare un minimo di attenzione nell’ascoltatore. I brani non hanno quella grinta, quel piglio, e neanche quella freschezza o genialità di lasciarsi sentire, scorrono via senza niente lasciare. Immagino che difficilmente riuscirete a ricordare anche una sola canzone dopo aver ascoltato il disco tanto è ovvio e scontato. Alcune canzoni fanno il verso agli stessi loro amici, ora a Collins ora ai Divine Comedy. Ma non ci scordiamo che Collins ha alle spalle circa 30 anni di onorata carriera, e il suo mestiere lo sa fare, i Divine Comedy invece, sebbene non sono un gruppo “datato” hanno dalla loro un genio e una musicalità che in un ipotetico paragone con lo stesso Collins li pongono un gradino sopra. E invece cosa hanno gli A House? Di loro qualche buona idea ce l’avrebbero pure, ma in questo album non c’è traccia, perso com’è tra ballads piuttosto imbarazzanti (Deadhead), pop eccessivamente scanzonato e cazzerellone (l’apertura con Here Comes The Good Times, roba che al confronto gli Space sono più seri dei Radiohead), e finte coverizzazioni dei Beautiful South.
Miglior canzone l’ultima: I Want To Be Allowed To Love You, forse per quel cantato disperato ed emotivo che ricorda vagamente i Kent o il cantante dei Menswear in malinconia. O forse perchè è l’ultima.