Mad Action – Just like fresh air

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Non fate mai ascoltare i Mad Action a Graham Coxon o non rientrerà mai più nei blur!
Sembra proprio il gruppo cucito su misura per lui. Pop quel tanto che basta, Indie quel che serve, un tocco di Low-fi e poi un po’ di aria Nerd che ce li rende sempre più simpatici.
Le canzoni sembrano uscite fuori dalle sessioni più pop di Blur o dall’ultimo Happines in Magazines. Ci sono sia slanci frizzanti ed elettrici (In the way) ma anche (e soprattutto)momenti più acustici in stile The sky is too high (Good Things, Pride meets sorrow) o Dios un po’ più rozzi. Per certi versi sembra quasi di sentire la schiettezza dei Mower che non hanno mai conosciuto i distorsori, o un embrione di Superfurry animals privati dell’uso di Moog e synths (Love songs). Insomma, di basi per un album pop ce ne sono parecchie ma i Mad Action, vuoi la limitatezza del numero dei componenti (il nucleo è composto da Paul e Ryan Cobb…. ehy, il 2 va di moda, meglio se con parentela annessa) e il piglio essenziale e minimale, preferisco lasciare molte canzoni come demo o session, senza approfondire più di tanto il discorso arrangiamenti.
Il meglio però esce fuori quando le due anime si fondono, quando le dolci acustiche si scontrano con muri d’effetti: Chained è come un tappo di spumante sull’orlo, pronto ad esplodere in un chorus pieno e potente ma sempre trattenuto da una batteria rullata e una chitarra che, invece di perdersi in lande di feedback e overdirve (uscita banale, ma che ci può stare), vacilla su riff e suoni striduli accompagnando un cantato ondeggiante che perfettamente si sposa sul pezzo.
Infine c’è il gioiello: Coca Cola Boy, il pezzo che potrebbe benissimo essere un singolo di Coxon dei primi periodi (tipo Wish): possente, rozzo, di impatto e con un cantato tanto scontroso e rovinato quanto aggressivo. L’unico pezzo, in fondo, dove i mad Action perdono quell’aria un po’ dandy cui la copertina potrebbe trarre in inganno.