Mantraturbato – Gli Spiriti Del Dopocena

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Sinceramente non penso di esagerare troppo se affermo che, con una buona promozione e un produttore capace, questo lavoro poteva essere annoverato tra le rivelazione della musica alternativa della penisola; perchè effettivamente questo disco è fin troppe volte strabiliante.
Un gran punto a favore deriva forse dal fatto di essere un lavoro fortemente personale, che si differenzia dalla maggior parte delle produzioni odierne: l’autodefinito rock preterintenzionale dei ragazzi aretini può ricordare vagamente certi episodi vocali di David Sylvian e non trova altri accostamenti così definiti con nessun altro artista. Una via parziale di definizione potrebbe essere attivita prendendo i brani come parte di un manifesto musicale comprensivo di sperimentazioni vocali (nella bellissima “Trema Se Respiro”) unite a testi intelligenti e stratificazioni sonore che sono la particolarità e insieme il punto di forza del disco: in questo senso il lavoro va scoperto a più riprese, come i significati impliciti nelle righe di un libro, navigando tra atmosfere evanescenti (grazie all’uso della tromba e delle manipolazioni sonore) nate dall’incrocio di musica acustica, elettronica ed elettrica in maggioranza costruito sulla base del 3/4, e un approccio eclettico che porta a fare loro ogni tipo di sonorità. (“Gli Spiriti del Dopocena” nel suo scoprirsi poco a poco nel caos evanescente, la rabbia lirica di “Ogni notte, in ogni lato”, “Beato”, poesia musicata di Valentino Salvoldi, la dolcezza e la malinconia di “Giù per la china” e il suo perfetto arrangiamento di pianoforte).
In definitiva l’acquisto di questo autoprodotto (distribuito da Materiali Sonori) giustifica pienamente i soldi spesi. Consigliato più che caldamente.

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