Bikini the Cat – Bikini the Cat

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Si danno tanti consigli dettati da facili entusiasmi in giro per la scena musicale italiana, tanti “sentirete sicuramente parlare di loro”, lodi ed elogi alcune volte totalmente immeritati. Altre volte, però, capitano sotto mano dischetti come il demo dei Bikini the Cat e gettarsi in previsioni di futuro successo e in complimenti più o meno dovuti diventa quasi d’obbligo. Già possessori di un certo hype tra i più attenti alle nuove leve dell’underground italiano, il terzetto veronese, propone quattro pezzi che spaziano dal power pop alla new wave passando da un pizzico di no-wave e da un’ottima attitudine punk.
L’apertura del disco è affidata a una tiratissima “The Movie”, figlia di quella scena New yorkese che tanto ha fatto parlare negli ultimi anni, quindi via a suoni influenzati dalla vena rock degli Strokes e dalla New-Wave reinterpretata dagli Interpol. Trascinante e altamente irresistibile è la marcetta di “You don’t need Bourgeoisie”, un valzer caratterizzato dalla carismatica voce di Leila Gahrib che è anche uno dei punti forti della band. Ed è proprio la cantante (e chitarrista) a immergersi nel ruolo della perfetta riot girl, prendendo come modello Karen O degli Yeah Yeah Yeahs o la Courtney Love di “Live through this”, in “Emily Bronte” dove il gruppo scopre la carte più punk che possiede in ottimi intrecci sonori tra basso (quasi sempre in primo piano come vuole la miglior tradizione eighteeis) e batteria (rispettivamente Giorgio Pighi e Arrigo Cestari). La chiusura è affidata a quella “Bye bye baby” che ha tanto il sapore di Pixies e che cresce in un incedere sghembo che esplode in irruenti trame chitarristiche nei momenti più appropriati.
Forse non saranno il massimo dell’originalità ma i Bikini the Cat riescono a mischiare le molteplici influenze (e sono davvero tante, oltre a quelle già citate ci sono le Elastica, i Blur, gli Ikara Colt e la lista potrebbe continuare ancora..) in modo deliziosamente personale con un carisma che non molti in Italia possono vantare.
So benissimo che una band non si può giudicare da soli quattro brani, pur belli che siano, ma i tre gattini veronesi sembrano avere le carte in regola per non deludere le aspettative che hanno creato con questo dischetto dalla copertina gialla. Pronti dunque a un esordio (in arrivo a breve) dove speriamo che Leila e compagni tirino fuori le unghie e facciano vedere di cosa sono capaci, noi li aspettiamo fiduciosi.

Per contatti: Bikinithecat.com
HobokenRecords.tk