Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
Si potrebbe anche dire…
“E rieccoli qua, ancora non hanno capito che il 94 è dieci anni fa? Ancora non hanno capito che il Britpop è morto e sepolto? Sempre con i soliti quattro accordi in croce, con il chorus cantato tutti insieme che neanche più alla messa si usa! E poi questa “grande originalità di arrangiamenti”.. mica si scherza! Il tripudio degli accordoni alla chitarra, il trionfo dell’acustica dappertutto, l’estasi del 4/4 più banale che ci sia. Era proprio necessario scrivere questo nuovo capitolo visto gli scandalosi precedenti? O forse era meglio salutare tutti quanti a The Good Will Out? Eh, ma i soldi sono soldi e fanno comodo a tutti! E infine, come se non bastassero già i troppi cloni (Travis su tutti) che gli mangiano in testa chi vanno a chiamare per farsi aiutare? Niente popò di meno che Chris Martin! Che da buon samaritano ha una canzone nel cassetto per tutti (non è vero sign. Mike skinner?), e quindi avrà ripescato qualche accordo dagli scandalosi Hunnies (ocomecavolosichiamavano, quella triste parodia fatta per la figlia appena nata) e voilà, Ehy fratelli MacNamara! Ho giusto giusto un pezzo che sembra scritto per voi -2 bambinoni troppo cresciuti, con un eccesso di saccarosio nelle vene che riversano nella loro musica”.
Si potrebbe, e molti lo diranno. Ma io no io dico che quest’album è, dai tempi del loro esordio, il migliore degli Embrice, sotto tutti i punti di vista. Musicalmente riporta veramente al 94, e potrebbe essere il perfetto seguito di Good will out: ci sono pezzi dolci su cui si arrampicano sempre con stile le elettriche (looking as you are), i pezzi da stadio (Ashes) e quelli strappalacrime (Gravity che, non so a voi, ma a me è piaciuta subito da quando ho sentito il dualismo honey, it’s been a long time coming, baby, – It’s been a long time waiting).
E poi ci sono un sacco di pezzi che più classici non si può, la gioia per chi ama Coldplay, Travis, i rari momenti acustici degli Stereophonics Wish ‘em alla awy con la sua armonica e A glorious day.
Menzione speciale per Near Life, il pezzo più sporco di tutti ma il più affascinante, con chitarre piene di delay che si lanciano in riffsporchi e un cantato che mi riporta alla mente… Beck! Sembra quasi un Outtake di Odelay riarrangiato alla Mutations!
Certo si fa fatica a dimenticare cadute come Drawn from Memory e Fireworks, ma questo lavoro potrebbe davvero essere un’ottima ripartenza per gli Embrace.
Speriamo bene, a poiché a quanto ne sappiamo questi 5 ragazzotti amano un po’ troppo illudere le persone e perdersi subito per strada…