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Prendete il Battiato più sperimentale degli anni ’70, i Depeche Mode con una puntata di mano nella wave anni ’80, fateli reinterpretare da Andy dei Bluvertigo e fate suonare il disco dentro una discoteca a cento metri sottoterra; più o meno avrete le coordinate di [Icona]*, un lavoro dai molti punti di forza. L’accoppiata “Pseudocinesi” e “L’Ombra” è di una forza travolgente, capace di unire la vena wave danzereccia ottantiana (caratteristica principale del gruppo) ad un approccio elettronico squisitamente d’avanguardia ed a testi che già sono manifesto di intenzioni (“farei anche a meno del mio lato destro”), senza peraltro dimenticare la vena melodica: così la sensualissima cover di Mina, “L’importante è finire” ricalca quel senso di intimità fisica che si fa spazio tra le trame metafisiche del disco e l’attitudine dance dei sintetizzatori.
In sintesi spendo poche, ma significative parole: un demo (album?) che varrebbe davvero la pena ascoltare.
Consiglierei però di mettere un pò più da parte la matrice ebm che, a lungo termine, non fa che rendere un pò troppo prevedibile la proposta.
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