Intervista a Nosound: Giancarlo Erra

  • Ciao Giancarlo! Cominciamo in modo classico: parlaci di Nosound, del tipo di progetto che rappresenta, le persone coinvolte oltre a te, com’è nato e come si è sviluppato nel tempo.
  • Il progetto e’ in verita’ la naturale evoluzione della mia attività, diciamo, di musicista e compositore solitario. Negli anni dopo aver costruito pezzo per pezzo il mio studio, ho avuto la possibilità di poter sviluppare ma soprattutto concretizzare molto di più le idee, e questo ha portato finalmente ad un progetto più coeso. Dai pezzi tipicamente elettronici dei primi demo ho cominciato ad approcciare anche la forma canzone come scelta voluta per tentare una miscela delle varie influenze (da Brian Eno ai Porcupine Tree ai Pink Floyd). Tutto questo ha portato finalmente alla materializzazione di un disco, Sol29 appunto (preceduto da un promozionale di 5 pezzi). Il progetto è, almeno in studio, un progetto mio solista sia nella composizione che nell’esecuzione e produzione, anche se in alcuni casi Alessandro Luci ha suonato il basso, e comunque i componenti del gruppo sono stati molto importanti per i consigli e gli ascolti. Il gruppo è composto, oltre da me alla voce e chitarre/tastiere, da Paolo Martellacci ai synth/tastiere/voci, Alessandro Luci al basso/tastiere, Mario Damico alla batteria e gabriele savini alle chitarre acustiche.
  • Sol 29, l’album d’esordio che hai recentemente pubblicato, è stato preceduto da un promo destinato a magazines e labels di cui anche noi di Rocklab abbiamo parlato. Che tipo di riscontro hai avuto?
  • In verità sorprendentemente positivo, era partito per essere destinato solo per promozione, alla fine per le richieste sono state stampate 200 copie di cui più della metà vendute. Sul sito ufficiale del gruppo (http://www.nosound.net) si possono leggere le varie recensioni, ed è stato passato anche su diverse radio in Europa ed America. La sua funzione devo dire è stata fondamentale, essendo di fatto la prima uscita del gruppo, E’ servito a far conoscere il nome, ad avere i primi contatti, ed a creare attesa per l’album completo sia negli operatori del settore (stampa etc.) che negli ascoltatori, che sono cresciuti in modo esponenziale facendo quindi iniziare il famoso passaparola (ed infatti è finito presto anche sui circuiti p2p, generando altro interesse e praticamente nessun danno economico in quanto poi diverse persone lo hanno acquistato dopo averlo scaricato). Ora è un pezzo non più disponibile, finito un paio di volte credo su ebay.
  • Sono ovvi i riferimenti ai Porcupine tree nel tuo sound. Quali altre sono le tue influenze?
  • Credo che il riferimento ai Porcupine Tree, benchè forte in alcuni tratti, riguardi non tanto la composizione quanto l’uso di certe sonorità in fase di produzione. La musica di Wilson fino a Lightbulb Sun rappresenta per me un po’ un riassunto di tutte le mie influenze precedenti, derivate principalmente dai Pink Floyd, per poi passare come già detto a Brian Eno, ma anche David Sylvian, molta elettronica d’ambiente, i King Crimson più malinconici, ma anche molta musica recente, da Sigur Ros ai Bark Psychosis ad un certo tipo di postrock d’ambiente che apprezzo molto.
  • Sul tuo sito abbiamo letto commenti positivissimi da parte di Steven Wilson e Tim Bowness (il cantante dei no-man) riguardo la tua musica. In che modo sei entrato in contatto con loro?
  • Avendo formato come chitarrista da diversi anni i Redshift (coverband dei Porcupine Tree), ed essendo gestore del sito e community italiana sui PT da prima del 99, ho normali contatti con Wilson e band, che sono stati disponibili ad ascoltare il progetto sin dall’inizio, ed aiutarmi con consigli ed in modo fattivo. Spero in futuro possa nascerne anche qualcosa di più concreto in tal senso.
  • E’ ancora in giro questa cover band? In che modo hai sentito poi l’esigenza di comporre materiale originale?
  • Si come dicevo la band è ancora attiva (http://redshift.nosound.net), anche se nell’ultimo anno abbiamo suonato poco (ma stiamo gia’ recuperando). I componenti della band sono poi praticamente gli stessi dei Nosound, anche qui l’evoluzione e’ stata abbastanza naturale. Avevo del materiale mio ed il progetto Nosound era in fase di sviluppo, ed essendo necessaria una band sia per il live che per futuri contributi in studio, è così nato Nosound anche come band, considerato ormai sia l’affiatamento e l’amicizia che c’è tra di noi. Devo dire che sono tutti ottimi musicisti oltre che amici, per cui non c’è mai stata per ora nessuna reale difficoltà nel portare avanti le cose.
  • Parliamo dell’album. Quanto tempo ha richiesto la realizzazione di Sol29?
  • Se consideriamo tutti i tempi, potrei dire circa un paio di anni, anche se ovviamente il fatto di doversi occupare di tutte le fasi (dalla scrittura alla registrazione alla grafica alla promozione) ha reso il tempo così lungo proprio perchè il lavoro è stato svolto in varie fasi. Ora è diventato tutto più veloce ed organizzato, potendo dedicare quindi piu’ tempo (ed in maniera piu’ organizzata) alla parte musicale.
  • In Sol 29 ci sono dei bellissimi suoni di chitarra e tastiera che vanno a comporre delle ambientazioni davvero sopraffine. In che modo riesci a raggiungere certe sonorità?
  • Questa è una domanda a cui, sinceramente, non saprei rispondere. Piuttosto che cercare un modo preciso di fare le cose, tutto si svolge molto provando e riprovando finchè non raggiungo il risultato che ho in testa. Nei Nosound l’ambientazione sonora è sicuramente fondamentale, come lo è per me nella musica che ascolto. In tal senso la necessità di lavorare in studio da solo nasce proprio dal fatto che sono abituato ad avere una sonorità ben precisa in mente, e mi occorre il tempo e la tranquillità per arrivarci. Il lavoro in studio a volte è molto pesante, ma è sempre forse la parte più stimolante. Ovviamente è importante la qualità degli strumenti dello studio e per l’ascolto, ma oggi, con le tecnologie analogiche più alla portata coadiuvate dalla tecnologia digitale sempre più evoluta, abbiamo mezzi e possibilità fino a pochi anni fa impensabili per un project studio.
  • Le batterie che è possibile ascoltare su Sol29 sono acustiche o derivate da campionatori?
  • In verità e’ una via di mezzo, ovvero derivate da campioni ma di batteria acustica. Non sono quasi mai programmate ma suonate e registrate in midi, con i miei campioni di batteria e tutto il resto dei processori che uso di solito. In fase di programmazione di solito aggiusto solo il tiro di certe cose o aggiungo piccoli dettagli che magari vengono in mente solo dopo aver riascoltato un po’ di volte la parte registrata. Il lavoro con Mario (batterista del gruppo) in verità sta andando avanti in una direzione ben precisa (click, basi), per cui non escluderei dal prossimo di usare una batteria acustica nel disco finale.
  • Ho notato una sorta di legame “musicale” tra i brani dell’album. Ne esiste anche uno da un punto di vista lirico? Credi sia lecito parlare di concept album?
  • Non credo sia un concept album, nè era nelle intenzione che lo fosse. Una cosa invece sicuramente presente è un tema comune, quello umano. Quasi mai i testi sono storie o, che so, tematiche fantasy etc.. Praticamente tutti i brani, a volte direttamente a volte metaforicamente, si riferiscono a fatti ed emozioni di vita comune, in cui sicuramente la tematica del ricordo e del passato assume una parte fondamentale. Penso che in tal senso la musica sia uno strumento eccezionale per cristallizzare certi stati d’animo passati e presenti, per riviverli, poterli finalmente guardare dall’esterno, metabolizzarli, ipotizzare alternative o semplicemente averli lì a disposizione sempre pronti ad uscir fuori per farci rivivere le stesse emozioni. Il tono malinconico che pervade i miei lavori non è (almeno per me) triste, quanto piuttosto contemplativo, come chi guarda ammirato ed emozionato un istante particolare della propria vita.
  • In che modo componi i tuoi brani?
  • Non penso esista una regola, un brano può nascere da un testo, da un giro di accordi, da un suono o da una sperimentazione a caso. Non ho regole precise, anche se praticamente mai parte da una pianificazione preparata prima ma nasce e si sviluppa sempre sul momento spontaneamente, magari dopo aver fatto passare un po’ di tempo per risentire le idee con altre orecchie. L’unica regola che penso sia fondamentale è che la creatività, come un muscolo, va tenuta in allenamento, sia con l’ascolto che con la composizione vera e propria. Inoltre un’altra scelta è quella di non sapere assolutamente nulla di teoria musicale, da quando ho cominciato a suonare ho sempre preferito un approccio libero su tutti gli strumenti, il suono o l’accordo successivo devono venire solo dalle mie orecchie, ed in questo modo ci riesco in modo naturale. Ovviamente il discorso è molto personale e legato ai singoli punti di vista, così come alla musica che si affronta, se ne potrebbe parlare per giorni senza arrivare a conclusioni universalmente vere o false. Per me la musica è un mezzo di emozioni, non sono molto sensibile ad una musica interessante strumentalmente (o ‘sonoricamente’) ma che non mi comunica altro, per cui la ‘uso’ come mezzo per esprimere e ‘mettere per iscritto’ uno stato d’animo, un momento.
  • Hai curato tu stesso la produzione e la registrazione dell’album. L’autoproduzione è dunque una scelta o una necessità?
  • L’autoproduzione è sempre stata una scelta, intesa a livello di produzione musicale. Il tempo impiegato per arrivare a quello che ora è il mio studio è stato speso proprio con l’intenzione di poter realizzare da solo le mie idee in tutte le fasi. Quando lavoro alla mia musica ho sempre un’idea molto ampia, dalle note al testo, dai suoni al mood del pezzo alla grafica, per cui ciò che mi interessa è poter concretizzare in toto ciò che ho in mente. Se consideriamo la cosa da un altro punto di vista, ai tempi di oggi considerato il costo degli studi e le possibilità professionali offerte dalla tecnologia ibrida analogico-digitale, penso l’autoproduzione sia una necessità ed un modo per raggiungere (potenzialmente) risultati sicuramente maggiori della maggior parte dei piccoli/medi studi in giro. Chiaramente in questo contesto non ho citato volutamente il principale attore, l’unica condizione necessaria in ogni caso e che fa la vera differenza, ovvero l’orecchio che sta davanti ai monitor e al mixer (reale o virtuale che sia). Penso che sviluppando le dovute capacità, con alcune migliaia di euro si possano raggiungere risultati assolutamente professionali anche in casa, così come si può andare in un esotico studio analogico e tirar fuori un prodotto piatto ed impersonale.
  • Cosa puoi consigliare ad una band che si voglia cimentare nell’autoproduzione?
  • In verità l’ho gia’ detto sopra, anche se dipende molto dal tipo di musica che si fa. Personalmente cercherei in ogni modo di fare tutto da soli, soprattutto a livello di produzione sonora, anche se questo vuol dire ovviamente avere possibilità di fare un investimento importante sia dal punto di vista tecnologico che di tempo. Il lavoro in studio è una sorta di alchimia, non saprei come spiegare la via per arrivare ad un certo punto o ad un altro, come sempre probabilmente l’unico modo è provare e tentare, come quando si suona uno strumento, se hai la capacità e sei veramente testardo alla fine i risultati escono.
  • Possiamo considerare il sito di Nosound come una sorta di centrale operativa?
  • Non so se può considerarsi tale, probabilmente è piu’ una casa dove il gruppo informa tutti delle proprie attività e della musica, e dove gli ascoltatori fanno sapere cosa ne pensano (guestbook), o interagiscono tra di loro e con la band (mailing list). Negli ultimi mesi la community online si è molto ingrandita, e la cosa mi fa piacere in quanto sin dall’inizio ho spinto parecchio per rompere un po’ quel rapporto troppo univoco artista-fan, mi piacerebbe ogni tanto che fosse anche invertito. Ad essere sincero devo dire che spesso è avvenuto, con tantissime persone che hanno portato contatti, messaggi in altre liste e forum, in modo assolutamente spontaneo, e questo mi ha fatto veramente piacere ed è stato (e spero sarà) di grande aiuto. L’unico problema, ancora una volta, è che tutto ciò avviene molto più all’estero che in Italia, dove è sempre difficile lavorare non solo con gli addetti al settore (evitiamo l’argomento altrimenti ci sarebbe da scrivere per giorni) ma spesso anche con il pubblico, quasi sempre ‘timido’ e poco propenso ad uscire allo scoperto. Anche per questo sin dall’inizio il progetto è nato con un target europeo piuttosto che italiano, ed infatti soprattutto un Europa (Germania, Inghilterra etc..) ha avuto i maggiori consensi anche su importanti radio, riviste e siti.
  • Cosa ti aspetti da Sol 29?
  • Non saprei di preciso, forse l’unica cosa che mi aspetto è di avere la possibilità di raggiungere tutte le persone con una sensibilità musicale vicina alla mia, e dividere con loro la mia musica. Alla fine, se ci pensi, è lo scopo stesso della musica, quello di arrivare a chi sta dall’altra parte ed è in grado di cogliere le stesse emozioni che tu hai comunicato attraverso la tua musica. Sicuramente mi piacerebbe poter suonare poi sia in giro per l’Italia che in Europa. Comporre, suonare e dividere con il pubblico questi momenti sono forse la parte più importante della mia vita, l’unica cosa che mi piacerebbe è poterlo continuare a fare, nella speranza di incontrare su questa strada sempre più persone interessate.
  • Speri in un interesse da parte di qualche label o credi di insistere sulla strada dell’auto distribuzione?
  • Qui il discorso è un pò complicato. Da solo con una capillare opera di promozione (la seconda cosa piu’ importante dopo la musica stessa), nelle prime due settimane dall’uscita del disco sono riuscito a vendere quasi 300 copie di Sol29, ed ora andrà tra breve avviata una ristampa. Il disco è venduto sia dal sito che da diversi distributori in Europa (e presto in America), ed un risultato del genere per una piccola etichetta sarebbe già molto per cui mi piacerebbe sicuramente approcciare una label ma possibilmente che mi offra qualcosa di più, soprattutto a livello di distribuzione, in quanto per la produzione artistica sono intenzionato a mantenere il controllo completo. Anche qui la differenza (in negativo) tra l’Italia e l’Europa mi porta a puntare principalmente all’estero. Da noi quando ti va bene un negozio o un piccolo distributore si prende 5 copie in conto vendita (e tutto in nero), all’estero conoscono il loro pubblico, ti ordinano diverse decine di copie, pagano tutto immediatamente compresa la spedizione, ed essendo interesse loro vendere, vendono rapidamente e riordinano, a quel punto ottengono un prezzo più basso (e quindi ci guadagnano di più) ed in modo molto semplice ognuno fa il proprio interesse ed automaticamente quello degli altri. Purtroppo la realtà italiana in tal senso è molto limitata e miope, spero prima o poi cambierà, anche perchè nei generi di nicchia invece il pubblico è molto attento, e paradossalmente gli italiani sono sempre tra i maggiori acquirenti nei mail order stranieri (anche con cambi di valuta e spese di spedizione che rendono il tutto economicamente poco vantaggioso).
  • Il booklet di Sol 29 è arricchito da alcune splendide immagini. C’è relazione tra la tua musica e quelle fotografie, o credi comunque che la musica debba essere associata a delle particolari immagini?
  • La mia musica è spesso ‘ambientata’ in paesaggi sonori ben delineati, ed è innegabile che per l’uomo la vista è probabilmente uno dei sensi principali. In tal senso la musica per me è sempre ‘immaginifica’, non tanto legata ad immagini in movimento quanto invece ad istantanee, momenti catturati da vivere e rivivere. Le immagini del booklet fotografico sono strettamente legate alla musica cui appartengono, spesso il percorso di composizione/liriche/titolo/immagine si mescola e può capitare che una foto ispiri un pezzo, o che un pezzo ascoltandolo richiami inevitabilmente una certa foto, come se fossero da sempre legati.
  • Di chi sono opera quelle fotografie?
  • Le fotografie ed il progetto grafico sono opera mia. La seconda passione dopo la musica è sempre stata la fotografia, con uno stile, scelta del soggetto e metodologia ben precise. Ho sempre con me la mia macchina digitale, in tal senso mi ha permesso di avere migliaia di scatti pronti all’uso con tempi e costi accessibili, considerato con un buon programma si possono aggiustare o stravolgere tutti gli scatti, con possibilita’ creative praticamente illimitate.
  • Cosa ci dici dell’attività live di Nosound? Si prospettano date in giro per le città?
  • Purtroppo qui mi riallaccio al discorso fatto prima sulla realtà italiana, in cui tentare di proporre una musica di questo genere e pretendere magari di suonare in un posto ‘decente’ e non gratis è quasi impossibile. Il progetto è quello di suonare al piu’ presto fuori Roma, in Italia sì ma anche e soprattutto all’estero, dove i cachet ci permettono di ripagare le spese del viaggio magari collegando un po’ di date nello stesso periodo. Per ora, per chi abita a Roma, venerdi 8 aprile ci sarà una presentazione ‘ufficiale’ del disco e del progetto alla libreria Bibli, in via dei Fienaroli a Trastevere, con un set elettronico molto particolare che non verrà riproposto spesso in futuro. Non avremo Mario alla batteria ma useremo basi, sequencer e tre tastiere, sicuramente un concerto atipico per chi si aspetta musica tipicamente rock, ma chi ha apprezzato Sol29 sono sicuro rimarrà affascinato dalle ambientazioni proposte. Domenica 1 maggio invece suoneremo con il lineup live ‘rock’ al completo alla Stazione Birra Underground, in via Placanica 172 a Morena, appena fuori Roma, uno dei posti più attrezzati per la musica live nella Capitale. Altre date sono previste poi per maggio e giugno, che verranno messe sul sito http://www.nosound.net appena confermate, e soprattutto comunicate agli iscritti della mailing list/newsletter.
  • Noi di Rocklab siamo rimasti estasiati da Sol 29. Quanto tempo ci vorrà per ascoltare un nuovo album di Nosound?
  • Sono contento sia piaciuto, effettivamente al momento tutti i commenti sono stati positivi e la cosa non può che rendermi felice. Per il prossimo disco Nosound in verità il lavoro in studio è cominciato già da un pò, ma per fortuna è ancora all’inizio e ci sarà parecchio da fare quindi penso che non si vedrà un nuovo lavoro prima dell’estate 2006. Un’uscita invece di sicuro interesse e più prossima ci sarà dopo questa estate, probabilmente verso Novembre, con un’edizione in DVD di Sol29. Conterrà in sostanza il mix ‘originale’ stereo in alta risoluzione a 24bit di Sol29, piu’ tutti gli outtake presenti sul sito ed uno inedito, il video promozionale ed altri video ancora, compresa la serie ‘Contempling’ che doveva inizialmente apparire in una release a sè stante. Si tratta di alcuni scorci brevi di musica ‘astratta’ o elettronica, accompagnata da immagini che ripercorrono un ipotetico viaggio nello spazio, dai pianeti lontani alla nostra Terra.. penso sia una cosa molto affascinante, alla quale sono molto legato e che penso piacerà a molti.
  • Cosa pensi della musica che circola al giorno d’oggi? Cosa ascolti?
  • In verità non ascolto moltissimo, con il passare del tempo sono diventato molto selettivo, la musica di oggi la trovo troppo spesso troppo legata ai ritmi frenetici ed al gusto della ‘bellezza esteriore’ (piuttosto che del fascino) che la società in qualche modo ci ha imposto. Mi piace la musica che cattura, che ha bisogno di essere ascoltata come unica attività piuttosto che come sottofondo, che immerge l’ascoltatore, ed al giorno d’oggi non ce n’è poi molta. Il mercato discografico sembra ormai inesorabilmente legato al pop elettronico e al british pop, mentre quello cosiddetto ‘alternativo’ rimane sullo stereotipo dell’elettronica moderna o del rock duro, magari il più possibile contaminato ma sempre con un elemento ‘easy’ o al limite ‘furbamente alternativo’. Al di fuori di tutto questo giro per me poco interessante, ci sono invece altre realtà che ritengo di primo piano, primi tra i più noti i già citati Bark Psychosis (usciti da poco con Codename: Dustscker), che rappresentano quanto di meglio ci sia oggi a livello di stile e musica per me. Stanno svolgendo quello che anni fa hanno svolto i Radiohead, apripista per un nuovo sound ‘alternativo’ che spero si evolverà dando vita ad altre contaminazione e reiniziando il ciclo di una ‘nuova’ musica.
  • Un’ultima domanda Giancarlo prima dei saluti: puoi consigliare 5 dischi ai lettori di Rocklab?
  • Qui mi cogli impreparato, non è facilissimo scegliere 5 dischi, in particolare perchè andrebbero selezionati almeno tra ‘quelli fondamentali’ o tra quelli ‘piu’ recenti’. Facendo un mix al momento direi che, in ordine temporale e non di preferenza, citerei:

    King Crimson – In the Court of Crimson King
    Pink Floyd – Meddle
    Porcupine Tree – The Sky Moves Sideways
    Sigur Ros – Agaetis Byrjun
    Bark Psychosis – Codename: Dustsucker

  • Bene è tutto Giancarlo! Grazie per l’intervista e a presto!
  • Grazie a voi e spero a presto. Vorrei solo ricordare che il sito ufficiale dei Nosound è http://www.nosound.net, dove è possibile avere informazioni, leggere le recensioni ed i commenti dei lettori, scaricare anteprime audio e video ed anche brani completi in alta qualità. Iscrivendosi alla mailing list/newsletter è anche possibile scaricare un brano extra (che eseguiremo anche dal vivo) ed altri in futuro, ed accedere a notizie e promozioni riservate, oltre chiaramente a poter parlare direttamente con la band o con gli altri ascoltatori. Sul sito è anche possibile acquistare (con carta di credito e/o paypal) Sol29 e le altre release a prezzi accessibili a tutti (inclusa spedizione rapida via posta prioritaria), e per chi volesse pagare in altro modo è ovviamente possibile, basta scrivere e chiedere informazioni all’indirizzo giancarloerra@mac.com. A questo punto spero a presto,