- Rocklab non poteva certo farsi sfuggire l’occasione di scambiare quattro chiacchiere col chitarrista della prog band del momento, Kalle Wallner dei tedeschi RPWL, autori con “World through my eyes” di uno degli album più belli degli ultimi anni. Abbiamo parlato di musica, di evoluzione, di vita, di cambiamenti, di passato e futuro. Buona lettura!
Ciao Kalle, prima di tutto congratulazioni per il vostro ultimo e bellissimo album “World through my eyes”. Potresti metterci al corrente dei retroscena che lo hanno caratterizzato? - E’ stato con grande piacere che ci siamo messi a lavorare sul nuovo materiale, a causa del lavoro che ci ha visto coinvolti su “Stock”, compilando tutto quel vecchio materiale! E’ come se avessimo avuto la possibilità di conoscere un nuovo inizio, concentrandoci dunque su nuovi temi! Questa volta i testi sono stati l’aspetto che hanno ispirato le canzoni dell’album. Abbiamo lavorato sul’lidea della canzone, i temi, qualche accordo. Successivamente abbiamo cominciato a jammare e a registrare con tutto il gruppo al completo. C’è voluto circa un anno per completare il tutto.
- Parliamo delle canzoni del nuovo album. Su “Roses” possiamo ascoltare Ray Wilson alla voce, l’ex cantante dei Genesis. Com’è stato lavorare con lui?
- E’ stato grandioso! Avevamo la canzone registrata con la voce di Yogi (Lang, cantante/tastierista del gruppo – ndr) .
Ma non ne eravamo soddisfatti. Così ci è venuto in mente Ray. Fummo realmente impressionati dalla sua voce su “Calling all stations” dei Genesis! Ray esprime alla perfezione lo stato di solitudine e intimità che conosci quando rinnovi te stesso e il mondo cambia attraverso i tuoi occhi. Tutto è nuovo, tutto ciò che pensavi di conoscere diventa diverso da ciò che era stato prima. Ti senti come un alieno su un pianeta sconosciuto. Ha fatto un ottimo lavoro! E’ stato sorprendente… Tra l’altro è stato destino: l’ho incontrato ad un concerto in Germania, gli ho dato la canzone, gli è piaciuta così tutto è filato via alla perfezione! - Grande storia! Proseguendo con le altre canzoni, possiamo ascoltare una sorta di piano filtrato, sullo stile di Echoes dei Pink Floyd, su “Start the fire” e ” Bound to reach the end”. Come siete riusciti nell’impresa di raggiungere un suono così particolare?
- Abbiamo sempre usato molta strumentaizone vintage!. E il Leslie Cabinet suona alla grande, non solo se applicato all’organo. Così lo abbiamo provato per alcune linee di pianoforte, ma anche per chitarre e in qualche caso per la voce. Ma non volevamo copiare nessuno!
- Su “3Lights” possiamo perfino ascoltare un Mellotron e un Moog. Siete affascinati dalle possibilità di questi suoni?
- Sì, amiamo questi vecchi strumenti! Il suono caldo si adatta alla perfezione al nostro stile emozionale. Yogi ha molti vecchi sintetizzatori analogici, ad esempio un Memory Moog originale.
Infatti c’è un grande solo di Moog, sullo stile di certe cose di Rick Wakeman… - Grazie! Ci siamo divertiti moltissimo a suonarlo e a sperimentare con suoni ed effetti!
- La mia canzone preferita dell’album è “Bound to reach the end”. Possiede un grande ritornello e un fantastico solo di slide guitar. Hai una canzone preferita o che ami per un particolare motivo?
- Noi amiamo allo stesso modo tutte le canzoni del nostro album, anche perchè costituiscono un senso unitario fondamentale. Dopo aver concluso le registrazioni ricordo che la mia canzone preferita cambiava di settimana in settimana. Adesso è la volta di “Days on my pillow”, a causa di come l’abbiamo resa più estesa dal vivo.
- Possiamo considerare “World through my eyes” un passo in avanti rispetto ai precedenti album degli RPWL?
- Sì, credo di sì. Adesso abbiamo più esperienza come band nella stesura e composizione delle nostre canzoni. In più credo che finalmente abbiamo trovato il nostro “sound”. In questo album poi il rapporto tra testi e musiche è più vicino e legato, più di qualsiasi nostro album. Questo è l’aspetto più importante di “World through my eyes”.
- E credi che sia una buona fotografia di ciò che gli RPWL musicalmente sono oggi? O al contrario se dovessi riscriverlo oggi, credi che suonerebbe diverso?
- Suonerebbe diverso ogni volta. Tieni presente che quando componi una canzone sei inevitabilmente influenzato dagli eventi e le cose che caratterizzano la tua vita quotidiana. E’ per questo che faremo un nuovo album!
Credo che avete un suono fantastico, fresco e moderno, ma al contempo influenzato dai tratti evocativi di certo progressive rock. Sei d’accordo? E credi che la parola progressive abbia ancora un significato oggi? - Cos’è il prog rock? Cos’è il neo prog rock? Non ho mai capito cosa questi significassero! Noi suoniamo semplicemente la nostra musica e le nostre canzoni, a prescindere dal modo in cui tu voglia chiamarle! Il nostro suono è in continuo sviluppo, i cambiamenti sono le cose più importanti, sia musicalmente che per quanto riguarda la vita privata di ognuno di noi. Senza cambiamenti nella nostra vita finiremmo per suonare il solito album. Spero che i cambiamenti non si fermino mai.
- E quali sono dunque le prog band che hanno influenzato sviluppo del vostro stile?
- Noi conosciamo solo le grandi bands degli anni 60/70. Ma non abbiamo mai ascoltato troppi gruppi. Abbiamo suonato insieme a qualcuno di questi in festival e concerti, li abbiamo incontrati, con qualcuno siamo diventati anche buoni amici, ma non hanno influenzato la nostra musica.
- Ricordo qualche band tedesca nata dopo l’esplosione dei Dream Theater, come Ivanoe e Vanden Plas. Esistono ancora? E cosa pensate di loro?
- Sui primi due album i Dream Theater fondevano elementi di progressive rock con sonorità heavy Metal attraverso modi davvero innovativi e virtuosi. Quei due album sono davvero fantastici! Comunque non conosco le bands che hai citato, la scena prog metal in Germania è realmente enorme!
- Siete stati una cover band dei PInk Floyd qualche anno fa. Riesco ancora ad individuare qualche influenza floydiana nel vostro suono, specialmente nelle chitarre e in qualche arrangiamento.
- Agli esordi, gli RPWL suonavano vecchi brani dei Pink Floyd, è giusto. Ma c’era una ragione: non avevamo canzoni originali! E tutti noi conoscevamo qualche vecchio brano dei Pink Floyd come Cymbaline o Biding My Time. I nostri concerti erano molto psichedelici, finivamo per jammare anche per 2 ore su 4 canzoni. Comunque sì, io amo lo stile melodico di David Gilmour. E’ stata sicuramente una forte influenza per me. Preferisco di più il suo stile emozionale che 250 note suonate in mezzo minuto.
Adesso qualcosa che chiedo sempre: 5 dischi che tutti dovrebbero avere. - Rage against the machine, Master of puppets dei Metallica, Ok computer dei Radiohead, Animals dei pInk Floyd e So di Peter Gabriel.
- Siete in tour? Suonerete anche in Italia?
- Sì adesso siamo impegnati nel nostro tour europeo, a parte la Germania toccheremo Polonia, Olanda, Belgio, Francia e Spagna. In estate suoneremo in qualche importante festival, qualcuno assieme a Ray Wilson. Purtroppo non abbiamo ancora suonato in Italia. Ma spero che succeda presto! Adesso stiamo lavorando alla promozione del singolo “Roses” in Germania.
E poi attenzione! Stiamo pianificando l’uscita di un Live dvd e un Live cd per l’autunno! - Grazie per lo scoop!
E per il prossimo studio album quanto dovremo aspettare? - Spero non quanto per “World through my eyes”. Ma è presto per parlarne, siamo troppo impegnati adesso con la promozione dell’album e col tour. Ma può essere che cominceremo a comporre qualcosa alla fine di questo anno?!