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Un completo concentrato di suono. Ecco cos’è questo inesplorato demo dal vigoroso carattere rock. Un pregiato manufatto di quattro giovani siciliani, per niente sgradevole all’ascolto e apprezzabile da subito in tutte le sue sfumature. La prima impressione che si percepisce è l’intento quasi minimalista, ma solo per tutto ciò che è intorno a quella voce, a quella chitarra, a quella batteria e a quel basso. Poche informazioni autobiografiche, niente pesanti elenchi di esperienze precedenti, niente siti web stratosferici carichi di informazioni inutili e stomachevoli, niente servizi fotografici con pose raccapriccianti da matrimonio, niente frizzi e lazzi, solo loro e i loro strumenti. Si presentano così, con un nome rabbiosamente convincente e con quattro brani carichi di musica allo stato puro. Un ouverture sapientemente distorta quella di “Senza Peso” scalfita da un imponente e inaspettato riff dal gusto metal e impreziosita da spietate “bastonate” alla batteria. Parte “Meccaniche” intenzionata, con modi grunge-rock, a spiegarci la deleteria differenza tra le “meccaniche prime” fatte di ingranaggi, pile, macchine e le “meccaniche vive” composte da cellule logorate dall’irritante e volgare suono di un bit. Arriva “Canto Di Banshee” e molto piacevolmente si sfiorano prudenti e dignitose atmosfere riconducibili agli Afterhours di “Germi” e anche se il rischio di una destabilizzante riproduzione è dietro l’angolo si viene comunque nervosamente rapiti dalle immagini che questo testo è in grado di ricreare passando dalla dolcezza di una fiaba all’ angoscia di un inquietante incubo. In altre parole un canto che si trasforma in un angoscioso grido, quello di Banshee. La chiusura di questo demo con “Senza Se” toglie il respiro con un pugno in pieno stomaco, perché minacciosa e conturbante mantiene grosso modo lo stesso sound della precedente diventando sensibilmente più melodiosa e finendo col concretizzarsi paradossalmente in una ballata acida e sinistra. Arrivati a questo punto si rimane inermi e increduli, perché si vorrebbe scoprire una quinta traccia e magari ancora delle altre, e in fondo anche se in alcuni momenti l’ingrediente segreto non è l’ estrema ricercatezza, queste quattro chicche risultano attraenti, lasciandosi ascoltare con gradevole interesse e senza annoiare mai.
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