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Bonjour finesse, che palle. Il progetto Twilight Singer, Gutter Twins con Manuel Agnelli e Mark Lanegan, l’essere il sesto membro nascosto degli Afterhours, e ora questo nuovo disco, Amber Headlight (acquistabile esclusivamente da internet), ovvero l’ennesima dimostrazione che Dulli come musicista le buone idee ce le ha avute fino al 1998 per poi diventare agente di marketing, visto che la sovraesposizione di cui gode ha raggiunto livelli così maniacali da rasentare l’isterismo nostalgico. Che poi, ad essere gentili, potremmo dire che Amber Headlight sia un buon album rock, riff accettabili, buoni cori, intuizioni di tastiera e ancora un po’ di visceralità da offrire. La verità è che probabilmente Dulli sta raschiando il fondo del barile, dove al posto della puzza di vino e sesso c’è un fastidioso odore d’aceto, al punto che addirittura le solite due gambe di donna in copertina e i testi devastati di sesso ci sembrano i modi migliori per pararsi il didietro. Le coordinate musicali? Un Congregation privo dei momenti migliori con l’anima da Twilight Singer, qualche chitarrone in più, e una manciata appena di soul nelle ritmiche tanto per darsi un tono di riconoscimento. Per il resto si può anche passare oltre.