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Brutta bestia la moda, quando ti dicono che qualcosa ti deve piacere a tutti i costi, anche scansando quello che veramente pensi. Mi sono avvicinato al tanto agognato esordio dei Babyshambles del chacchieratissimo Pete Doherty con l’idea di chi sa già che il disco non gli piacerà, e invece sorpresa, le prime due tracce mi piacciono, la semplice ma incisiva “La belle et la bete” e il singolo “Fuck forever” non saranno capolavori di sperimentazione ma sono due canzoni molto piacevoli. Peccato per molti brani del resto del cd, come la terza traccia dove vengono scomodati gli Smiths senza però tirare fuori nulla di interessante, o l’avvilente tentativo reggae/hip-hop di “Pentonville” che incorono senza il benché minimo scrupolo morale come la canzone peggiore ascoltata in questo 2005. Com’è alla fine questo disco? È semplicemente un dischetto rock con qualche buona idea, un’ottima produzione (Jones dei Clash si fa sentire tantissimo in brani come “What Katy did next”) ma che ha un sapore insipido da disco fatto per come doveva essere fatto, per cavalcare questa onda di attenzione mediatica che sta travolgendo Doherty. Dal punto di vista musicale è anche suonato abbastanza bene nonostante la sua inutilità artistica, le parti vocali hanno molti limiti con quella sguagliatezza ostentata che alla lunga stanca. Un disco che si può tranquillamente evitare, piacerà a chi apprezza quel rock classico e senza pretese che scopiazza e destra e a manca ma che non aggiunge alcunché al panorama musicale odierno se non una figura mediatica che al momento è paragonabile solo a Syd Vicious ma che spero nessuno in futuro abbia il coraggio di indicare come un rivoluzionario della musica, perché andare a letto con una modella famosa, drogarsi come dei pazzi e avere problemi con la legge non è certo un comportamento invenzione di Doherty per far parlare di se sui giornali e vendere più dischi.