Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
Siete rimasti delusi da “Takk”? Avete adorato l’esordio dei genovesi Port-royal? Vi piace guardare la nebbia, sul mare calmo e associare quest’immagine a della musica? Allora non potete farvi sfuggire quest’album dell’artista americano Eluvium. Ho scoperto per puro caso “Talk amongst the trees” e me ne sono totalmente innamorato, otto tracce splendide, strumentali, con le chitarre e i pianoforti che pur essendo spesso ripetitivi sanno essere sempre diversi allo stesso tempo grazie ad intonazioni e aggiunte. Un disco che ha un qualcosa tra la religione e la fantascienza per la sua bellezza e purezza di suono. Non si può parlare di tracce migliori o peggiori, qua si può parlare solo di una conquista, il venire trasportati con leggerezza e gioia soave in un mondo dai suoni ovattati e avvolgenti come per un ritorno al limbo del ventre materno. Per ora sembra che vi stia consigliando di ascoltare un capolavoro, questo disco magari non lo è, è semplicemente bello per tutta la sua durata senza picchi ne discese, con composizioni eccezionali, degne dei migliori Sigur ros e con iniezioni del post rock più riuscito (la chitarra monotematica per tutti i diciassette minuti di “Taken” per fare un esempio). Già dalla copertina del cd si capisce a cosa si va incontro, un mondo fatato, splendido nella sua difficoltà d’interpretazione. Mi fermo qua, consigliandovi “Talk amongst the trees”, mettetelo nello stereo, chiudete gli occhi e godetevi il viaggio.