Cominciamo con una notizia che è doveroso ricordare per questo concerto: La serata è stata dedicata a Caterina Farassino. Fotografa autrice di 31! Vs AIDS Dal sito dei Perturbazione: “31! Vs AIDS è un'indagine fotografica sui gruppi musicali che hanno dato un contributo culturale e artistico alla regione Piemonte. Attraverso questa serie di ritratti la fotografa Caterina Farassino racconta, in parte, la vita musicale Piemontese, poiché è proprio qui che sono nati o che hanno iniziato la loro carriera molti artisti che riempiono oggi arene Italiane, Europee e d'oltreoceano. Ritratti in bianco e nero e a colori scattati durante l'esibizioni dal vivo ma anche nei back-stage.” E' una dedica che i Perturbazione tenevano a fare, e mi sembra anche giusto riportarla nella recensione A distanza di qualche mese dalla loro esibizione all'Enzimi Festival di quest'anno tornano I Perturbazione a Roma, e devo dire che il Circolo è il lugo più adatto per ascoltare la loro musica, in particolare questa sera ha un non so che di casalingo, di più familiare del solito, insomma, oggi più che mai questo è il posto migliore per la musica dei Perturbazione, come il live stesso confermerà Aprono la serata gli Shine, un gruppo romano attivo da ormai 4 anni, un gruppo che il palco del Circolo se lo merita visto che se l'è pienamente guadagnato. Parlando con la band prima del loro live mi confessano che stasera proporranno un sound diverso, un'evoluzione della loro vena di romanticismo wave in stile Smiths presente nel loro precedente cd dal titolo No Memories Found (potete scaricarlo – e ve lo consiglio- dal loro sito www.shineplace.it). In effetti, avendoli ascoltati anche in altri locali romani, il cambiamento è subito evidente. I nuovi brani mantengono la stessa malinconia tipica del loro sound, ma I tempi sono più cadenzati (merito anche del nuovo bassista che “viaggia” molto sulla tastiera del basso) e il sound generale è
più tagliente. Si mantiene sempre il perfetto equilibrio delle due chitarre, che ad accordoni pieni alla Oasis preferiscono un gioco di riff e arpeggi incrociati che riempie ottimamente, ma I suoni sono più elettrici e graffianti. Insomma, la nuova strada intrapresa si fa davvero interessante, tanto che Tommaso, il cantante dei Perturbazione, presta la sua armonica su un pezzo. Teneteli d'occhio, e non dite che non ve lo avevo detto. A live concluso, dopo il classico smonta e rimonta di ampli, i Perturbazione salgono sul palco con un'entrata studiata, che sarà l'unico cliché di un concerto spontaneo come pochi ne ho visti. Si attacca con Chiedo Alla Polvere, o meglio attacca la chitarra di Cristiano (Lo Mele, che, per la precisione, ha sfoggiato 2 fantastiche telecaster deluxe una meglio dell'altra), segue Gigi con la sua 335, si aggiunge infine Rossano alla batteria seguito da Stefano al basso. Nel crescendo dell'intro della canzone entra infine prima Elena, calorosamente salutata dal pubblico che prende posto tra la tastiera e il suo caro Violoncello. E poi, tra l'attesa generale Tommaso Cerasuolo prende posto davanti al microfono salutandoci di
nascosto. Chi lo conosce lo sa, è un timido, ma sul palco si sente come a casa sua, e sorride al pubblico come ad un amico che da tempo non si vedeva. Il loro impatto sonoro è fantastico. Sarà che stavo nelle prime file ma si sentiva tutto in maniera splendida, quasi da cd. Una fortuna visto che giudico Canzoni allo specchio un po' come Splendore Terrore di Moltheni: un disco fatto di brani nei live pulsano di vita propria. Non perché vengano riadattati, tutt'altro, rimangono fedeli all'originale, ma è proprio l'attitudine dei pezzi che prevale sulla composizione stessa, che fa capire che i Perturbazione sono nati per suonare davanti a un pubblico, non per racchiudere la loro musica dentro a un cd, ma portandola di persona al pubblico con il loro essere genuini e spontanei, con i loro sorrisi che si incrociano e gli sguardi che si cercano. E troppo divertente vederli scherzare e pizzicarsi tra loro, affiatati come un gruppo che si è formato ieri ed ha ancora tanta voglia e dentusiasmo addosso e allo stesso tempo complici e spontanei come una famiglia numerosa (il che, tra fratelli ed una coppia, è pur comprensibile no? ,-) ). Il concerto è una festa, il pubblico partecipa attivamente su ogni pezzo, cantando tutti i brani, prendendo addirittura il posto di Tommaso su
Agosto che, in estasi, ascolta silenziosamente per poi prendere lui stesso il posto del pubblico, scendendo dal palco microfono in mano e mischiandosi a noi fin quanto il cavo glielo poteva permettere. Cantando con il pathos che lo contraddistingue il romanticismo metropolitano dei loro pezzi tra di noi, per poi raccogliere i consensi del pubblico che lo abbraccia (!!) e lo ringrazia, ed infinre dare lui stesso il via, da mezzo alla folla a quell'irresistibile gemma pop di Se Mi Scrivi che scatena il prevedibile ballo. Ballo su cui l'entusiasmo esplode tanto da dimenticarsi il testo -ma per fortuna c'eravamo noi!- Se da un lato il concerto è statao toccante ed intimo, dall'altro non sono poi mancati i momenti più ironici, come i famosi “sproloqui” di Tommaso stesso, che si è dilungato in 2 lunghi monologhi dal contenuto indecifrabile (roba da Ipse dixit di Mai dire gol) o Gigi cche racconta come si vive in Tour con gli altri Perturbazione, girando l'Italia su un furgone stracarico di strumenti, ma sempre con la solita voglia di scherzare addosso. Il calore dell'atmsofera che c'è nel Circolo è quasi palpabile, non è un semplice concerto, è un ritrovo di vecchi amici, una festa al vecchio paese dei tuoi genitori dove ritrovi volti che da tempo non vedevi, occasioni dove la voglia e il divertimento di suonare prendono il sopravvento su ogni scaletta prestabilita, dando spazio anche a cover (Genova per noi, di Paolo Conte) e non ad uno ma a bensì 2 bis molto consistenti. Sono queste le cose che ti rendono veramente felice, vedere il gruppo che si diverte facendo divertire, che suona contento della propria musica, e questo feeling, questa emozione che ieri un po' tutti hanno colto si può catturare solo in posti dove sei a stretto contatto con la band, altro che stadi e palazzetti. Io mi auguro di tutto cuore che sempre più gente si possa accorgere di quanto sia importante una band come loro nel nostro panorama, che ha saputo nascere con le radici fisse nel cantautorato italiano, crescere con le influenze di artisti europei e stranieri (i famosi echi REM che molti citano) per prendere il volo già con In Circolo ed esprimersi in una dimensione originale ma soprattutto personale. Spero addirittura che arriviate agli stadi, e anche di più Basta che mi teniate sempre un posto in prima fila perché non posso perdermi la gioia sul vostro volto mentre dipingete con gli strumenti le vostre canzoni.