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Nella calda estate del 2002 avevo ancora la mia vecchia macchina tutta scassata, c’era un disco che finiva spesso nel mangianastri, particolarmente quando accaldato e stanco tornavo a casa dopo le giornate in spiaggia. Si trattava di quel piccolo capolavoro uscito l’anno prima intitolato “La revencha del tango”, un miscuglio riuscitissimo e solare di elettronica e tango, rilassante ma allo stesso tempo vitale, particolare e perfetto. Dopo parecchi anni, con l’estate del 2006 alle porte esce nei negozi “Lunatico”, un album molto diverso, meno elettronico, molto più jazzato, più lento nell’assuefare l’ascoltatore ma comunque molto bello. L’iniziale “Amor portero” ospita i Calexico e riempie le orecchie di sonorità tra l’Argentina e il far-west; “Celos” è un brano magnifico e malinconico che puzza di fumosi piano bar eleganti; la traccia che dà nome al disco invece sembra uscita dall’album precedente e non fa rimpiangere quelle sonorità; “Criminal” è una canzone da colonna sonora, forse il brano che per ora mi piace di più del disco, mentre quella che proprio non riesce a piacermi è la seguente “Arrabal” che in certe parti sembra uno di quegli abomini da serata latino-americana in qualche localaccio di provincia. Se dovessi indicare tra i cd presenti nei negozi un album da mettere nello stereo a giugno e da togliere (se proprio lo si ritiene necessario) a settembre, per ora il primo nome che farei è proprio questo “Lunatico” dei Gotan project.