Quell’enorme poster con tre oscuri volti in bianco e nero e con la scritta “Marta Sui Tubi, 2/06/06, Bari Teatro Kismet” è stato esposto intorno ai primi di aprile. E’ stato lì per due lunghi mesi, sfidando le intemperie, l’insolenza dei teppistelli della città vecchia ma soprattutto l’indifferenza di un popolo che, come già denunciato in passato, gradisce purtroppo tutt’altro genere di eventi. E uno pensa, cazzo i Marta Sui Tubi! La loro prima volta in Puglia; nell’unica location barese in cui l’acustica non soffre esageratamente; in chiusura delle selezioni per lo Sziget Sound Fest. Sarà stracolmo di presenti, fan e non, sarà un’impresa trovare un parcheggio accettabile, sarà difficile trovare un punto comodo per l’ascolto o per eseguire qualche scatto convincente. Muoversi con netto anticipo dovrebbe essere l’unica soluzione. Macchè, stasera è facile anche risultare inutilmente paranoici e pure un po’ rompicoglioni, all’interno di una compagnia da sempre poco affamata di live. Finite le esibizioni dei partecipanti alle selezioni per lo Sziget, la maggior parte dei presenti si dilegua. Rimangono ad assistere al concerto dei Marta Sui Tubi : la prima fila sotto il palco (quelli che conoscono ogni parola dei testi), la seconda fila (che ha ancora qualche difficoltà a riprodurli senza incespicare almeno una volta), una terza fila (quelli che ne conoscono solo il nome e restano perché fa figo) e infine i presenti sulle gradinate (quelli curiosi, quelli che preferiscono stendere le gambe, quelli che dopo aver speso otto euro non intendono muoversi fino a quando non si spengono le luci, ma soprattutto i parenti e gli amici di coloro che hanno partecipato alle selezioni….Partiremo per Budapest o no?). Inammissibile certo, perchè appena saliti sul palco loro ci accolgono ringraziandoci di poter essere per la prima volta in Puglia. Perché nel resto d’Italia sono abituati ad altri numeri! Perché sarebbe sicuramente più coinvolgente sentire una folla smaniosa alle proprie spalle e non qualcuno che si chiede “Mah, sul manifesto sembravano più fighi”. Perché cazzo sono bravi e si meriterebbero un teatro in totale sottomissione. Ma non c’è tempo per i risentimenti e l’attacco prepotente di “Via Dante” mette da parte ogni tipo di triste considerazione nei confronti dei propri concittadini. Dopo pochi secondi quel piccolo vulcano del Carmelo sta già infervorando la sua acustica mentre il Gulino è già madido per l’intensità e il trasporto con cui fa volare quel suo timbro accattivante. E non c’è altro modo per definire il loro show se non come una sorta di esibizione teatrale, dove la musica si amalgama imprevedibilmente una volta alla commedia e un attimo dopo alla poesia più toccante. Ecco spiegato il frenetico botta e risposta di Volè preceduto dalla westerniana Muscoli e Dei, per poi rivolgere una dedica a tutti coloro che soffrono di problemi intestinali….Stitichezza Cronica appunto. Attimi di cabaret, momenti in cui nell’aria si respira Sicilia e niente più, come l’introduzione di Vecchi Difetti, “il brano che avrebbe dovuto renderci famosi…se solo fosse intervenuta la mafia…che però come la polizia, quando serve non c’è mai!” La Tua Argenteria, L’Abbandono e 31 Lune chiudono la prima parte del concerto in elegante e suggestiva melodia e l’atmosfera intorno sembra quasi stregata. Se solo avessero inserito in scaletta anche Stento e Perché Non Pesi Niente! Rientrano sul palco ed è di nuovo cabaret; perché anche loro si devono divertire, commentano. Ci chiedono se conosciamo il siciliano e il coro risponde all’unisono con un forte sì. Peccato che lo stesso coro appare invece esitante quando subito dopo il vocalist ribatte chiedendoci di urlare tutti insieme “Ivan suca” (da rivolgere al batterista). Naturalmente a questa seconda richiesta il coro risponde con un’unica fragorosa risata! Prima di partire con l’interpretazione di una canzone popolare siciliana gli scherzi continuano e il Gulino si diverte a presentare il suo collega chitarrista con un “alla chitarra elettrica Carmelo Pipitone” che invece qualche minuto dopo annuncia acutamente l’esecuzione di un brano di Britney Spears. Ovviamente e per fortuna no. Si parte con Le Cose Cambiano per poi concludere con il brano più fortemente emozionale e forse più atteso dei Marta Sui Tubi : “io non ho sentimenti…solo sensazioni”. Semplicemente: Post Intenso trasporto e incontenibile coinvolgimento, per un esibizione purtroppo un tantino ristretta ma di nobile qualità. Solo sensazioni è vero, ma di quelle che ti riportano a casa insonne e carico di meraviglia. Altro che dormire! Grazie a voi per essere passati da qui!