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Mi piacerebbe avere una telecamera che riprendesse i fan dei vecchi Meganoidi mentre si cimentano col primo ascolto di questo nuovo disco, possibilmente ignari del fantastico cambiamento di rotta (e che cambiamento!) a cui avevamo già assistito con ‘And then we met impero’.
Il gruppo genovese è maturato in maniera semplicemente incredibile, questo ‘Granvanoeli’ è un album cupo, spesso ipnotico – come nel finale della traccia d’apertura “At Dusk” -, con l’unico difetto della voce, che quando prende il sopravvento rovina molto dell’ottimo lavoro fatto da questa rinata band. Il singolo “Dai Pozzi” risulta infatti, secondo i miei gusti, il punto debole del disco proprio per il cantato che colpisce in maniera fastidiosa.
Splendida “02:16”, il parlato iniziale è adatto alla musica che cresce in un rock sguagliato e preciso, ricordando alcune delle migliori produzioni indie attuali. “Nine time out of ten” è la canzone migliore del disco grazie ad un uso favoloso dei fiati.
‘Granvanoeli’ è un ottimo album di rock indie che porta a cancellare dalla memoria tutti i supereroi e i re dello ska del passato per stendere il tappeto rosso e accogliere questo rinato gruppo che è stato capace di reinventarsi così bene e con risultati semplicemente entusiasmanti.