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In tema di Progressive, la Svezia è seconda soltanto all’Inghilterra. I gruppi provenienti da queste fascinose lande tra l’altro sono stati capaci di sviluppare un suono personale, colmo di riferimenti e suggestioni tipiche delle loro tradizioni. Non fanno eccezione i contemporanei Paatos che, nonostante l’accasamento presso la major Inside Out, vengono ricordati per essere uno dei pochi gruppi (tra i famosi) che mostrano innovazione e particolarità nel proprio sound. Giunti alla loro terza fatica, i Paatos asciugano le suggestioni trip hop emerse sul loro precedente ed ottimo album per dare forma ad un lavoro più tradizionale ed ordinario. Manca dunque l’effetto sorpresa che caratterizzò ‘Kallocain’, ma alle composizioni che formano questo ‘Silence for another kind’ non possiamo certo rimproverar bruttezza o quant’altro. “Falling” e “Is that all” soprattutto mostrano un lato splendidamente malinconico e scuro, composizioni trascinate dalla splendida voce di Petronella e da delicate melodie tipicamente nordiche. Molto mellotron e molte atmosfere notturne e sospese fanno da sfondo ad un album non epocale, ma che si lascia ascoltare molto bene nel suo insieme con qualche picco ancora una volta notevole.