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I bolognesi in questione si definiscono un quartetto indie-rock, ma chi li ascolta tira un sospiro di sollievo perché fortunatamente quello che si sente non è solo indie. Orecchiabile sì ma con un po’ di stile in più, con uno taglio un tantino meno stupido dell’indie e orientato alla raccolta di melodie leggermente più ispirate ed emo che, grazie al cielo, riescono anche a risparmiare sbadigli improvvisi e a regalare addirittura qualche attimo di inaspettato trasporto. Purtroppo però, in questo contesto, solo tre tracce non bastano a coglierne l’effettiva portata e pur volendo sperare che i contenuti proposti si discostino da ciò che la scena, anglosassone e non, propina in tutte le salse, con soli dodici minuti è possibile che ‘ste vocine pre-puberali possano facilmente far tornare in testa la parola indie. Ottimi gli spunti per un rock ben costruito, ma non sufficientemente lampante la forza espressiva.