Controluce – In Equilbrio Instabile

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I Controluce sono un duo di esordienti proveniente dalla Brianza milanese (milanese ancora per poco, contenti?), un lui a strappare l’anima dalle macchine e dalle corde e una lei con la sua voce a volteggiare suadente per l’aere e ‘In equilibrio instabile’, dalla bella cover a cartoni animati, è il loro debutto autoprodotto. Tra le influenze citano la crema dell’indietronica contemporanea e come dar loro torto per aver dimenticato nel lettore le ultime e benemerite opere dei cavalieri del lavoro pop Notwist e Postal Service. E certo, Mr. Miky Marrocco manovra synths e sequencer con grande scioltezza e certificato gusto, rinfrescandoci la memoria sul periodo aureo della new wave danzereccia, immalinconendosi al contempo su stratificati grumi di suono. Fatte le dovute premesse ad un appena più approfondito ascolto emerge come la vera natura del suono dei nostri sia quella di un sobrio e sinuoso pop d’autore che usufruisce delle possibilità che l’elettronica offre soltanto per adornare canzoni in grado di stare in piedi da sole.Una nobile tradizione nostrana che trova i propri capisaldi in autori come i recenti La Crus, gli inopinatamente obliati Ustmamò e perché no, certe atmosfere disegnate dal pennello di Cristina Donà. Sonorità sommariamente pop, mai sopra le righe ma neppure troppo dirette pur non rinunciando alla classica struttura canzone, come a nascondersi e a mostrarsi in controluce appunto, brani che necessitano di tempo e ripetuti ascolti per disvelare il potenziale delle proprie armonie. Simona canta con una bella voce, pulita e calda, della quale si apprezza la buona impostazione formale ma anche la capacità di giocare con le sfumature e anche quelli che potrebbero esserne i “difetti”. L’esordio di “Natura Instabile”, peraltro brano migliore del lotto, è l’unico episodio in cui emergono distintamente le assonanze con la scena “folktron”, per il resto le brume di “Nell’oscurità” e “Fragilità” non necessitano di paragoni e mostrano una buona personalità. Buona anche la briosa “L’indifferente”, vicina a certi BluVertigo robot, così come i vortici electro di “Ego”. Altrove qualche brano non pare ancora essere definito in maniera convincente, andando a sfiorare lidi eccessivamente mainstream e dunque non tutto risulta realmente godibile e a fuoco. Nel complesso un album discreto (in ogni senso, per una volta), denso di sfumature e sottotesti, che lascia intravedere ottimi sviluppi futuri e una personalità davvero spiccata per degli esordienti. La “forma” c’è già tutta, per spiccare davvero il volo occorre qualche piccolo passo avanti nei dettagli della scrittura. Avranno forse qualche problema nella collocazione di “mercato” (che discorsi tristi), dato che paiono troppo frugali per l’indie fan a caccia di fuochi d’artificio, ma anche difficilmente smerciabili per il generalismo pop. Penso proprio che il disinteresse per tale questione sia la loro vera risorsa.

Per contatti:www.controluce.info